Ci sono film che passano alla storia non solo per il loro valore cinematografico, ma perché indirizzano le scelte di vita di un’intera generazione. Jurassic Park ha creato una generazione di paleontologi, SpaceCamp fu un grande spot (nonostante la tragedia del Challenger), e Top Gun fu, nelle parole del consulente tecnico di Tony Scott John Semcken, “il miglior film fatto per convincere la gente ad arruolarsi di sempre”. Fuoco assassino, che oggi compie trent’anni, appartiene a questo filone: è il film che per la prima volta a Hollywood celebrò, per la gioia di un’intera categoria professionale, la figura del pompiere, l’eroe americano per eccellenza (una mitologia tristemente alimentata dagli attentati di dieci anni dopo), una persona che ogni giorno mette a rischio la propria vita per salvarne altre, che sfida l’elemento più incontrollabile e pericoloso che ci sia.

Fuoco assassino è la creatura di Gregory Widen, l’inventore di