Una regola non scritta dell’industria cinematografica è che nessun sequel è mai “non necessario”. Lo è a livello artistico forse, sicuramente lo sarà per qualche appassionato. Ma se una proprietà di successo si può sfruttare per mungerla fino all’ultima goccia (d’oro) allora va almeno preso in considerazione di farlo. Un grande esempio di tutto ciò è Il Gladiatore 2. Non la pellicola di cui si sta vociferando da qualche anno, ambientata 30 anni dopo il primo capitolo e che dovrebbe venire scritta da Peter Craig, ma un tentativo molto più lontano nel tempo e molto più strano.
Stiamo parlando di una sceneggiatura circolata per molto tempo in internet come oggetto di scherno. Così assurda e insensata da sembrare una leggenda metropolitana. Invece no, è tutto vero. Preso dalla passione per l’opera di Ridley Scott, il cantautore Nick Cave propose al regista e a Russell Crowe (che gliela commissionò) la sua versione de Il Gladiatore 2. Ed è un’adorabile e imperdibile stramberia. Una di quell...
Il Gladiatore 2 è un godimento trash incredibile, che può far venire giù quintali di popcorn a valanga, come ha detto Cave stesso.
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