Ecco i migliori film di marzo 2022 che abbiamo visto in streaming o al cinema

Molto di quello che vediamo e raccontiamo con una recensione si perde. Alcune volte sono i film piccoli a non ricevere l’attenzione che meriterebbero, altre volte sono i migliori. Abbiamo così deciso di fare un piccolo riassunto ogni mese del meglio tra ciò che abbiamo visto. Senza distinzioni. Film usciti in sala, usciti in noleggio, usciti su una piattaforma in streaming come anche quelli visti ai festival e che non sono ancora usciti.

L’idea è quella di ricapitolare tutte le nostre segnalazioni scremando verso l’alto solo quello che pensiamo non vada perso, non debba sfuggire e meriti una visione. Ci saranno i film più noti e pubblicizzati come anche, con una certa preferenza, quelli che meno noti e dotati di una cassa di risonanza meno forte, che quando lo meritano hanno più bisogno di un riflettore su di sé per farsi notare.

Ecco la nostra lista di marzo 2022:

flee

Flee

“La condizione di profugo non ti abbandona mai. Anche quando sei al sicuro, anche quando hai una vita apparentemente normale. Dentro di te c’è sempre un malessere che condiziona le tue relazioni con gli altri e, chiaramente, con te stesso. Questa verità è devastante: lo è perché riguarda nel profondo la dignità di chi, dopo essere passato dal dolore, ne é in qualche modo destinato per sempre. Partendo proprio da qui Flee di Jonas Poher Rasmussen affronta con uno storytelling straordinario – per costruzione ed immagini – questa realtà e, senza paura ma con una vitalità spiazzante, dipinge con gli strumenti del documentario animato l’affresco di una vita a suo modo universale: quella di Amin.”

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petrov's flu

Petrov’s Flu

“Tanto c’è un senso di oppressione e sofferenza nel presente oscuro e notturno in cui si fucila come niente e in cui l’alcol non è un conforto, quanto poi Petrov’s Flu si apre nei flashback, trovando quell’armonia di corpi nudi, luce e sensazioni forti che pervade i momenti migliori di tutti i film di Serebrennikov, un regista che la nudità non la sfrutta mai ma semmai la usa come un linguaggio, con il medesimo peso in ogni inquadratura di costumi o scenografia. E in quel momento passato (paradossalmente nella Russia sovietica, non proprio un Eden), in quello stacco violento dal caos notturno al sole e l’ordine, c’è una di quelle affermazioni violente fatte con il montaggio che caratterizzano il vero cinema, la giustapposizione che crea senso”.

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Licorice Pizza

Licorice Pizza

“A sorprendere non sono più le trovate formali ma la fattura. Può sorprendere la maniera in cui filma la tenerezza di una telefonata muta e la usa per raccontare uno snodo cruciale di un rapporto particolare (di nuovo con un ritmo che ricalca quello del brano musicale che sentiamo), oppure può sorprendere come scendere a marcia indietro per un pendio di curve senza benzina diventi la sublimazione di un periodo della propria vita, la rappresentazione di come questi ragazzi che paiono adulti in un mondo di adulti che paiono ragazzini, con i loro corpi fuori standard, volti non da cinema e posture ordinarie, vivano situazioni che sono eccezionali solo per come le mostra Anderson (che le ricorda) e non in sé”.

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il male non esiste

Il male non esiste

“In questi mondi in cui ognuno nasconde qualcosa agli altri, alle volte con tenerezza, alle volte piangendo, altre volte con una tenacia impressionante, esiste una fiducia nell’umanità che è un toccasana. Esiste una forza in questa tolleranza tale da distruggere qualsiasi retorica sulla morte (che pure ogni tanto si affaccia), una forza espressa con la stessa quiete attraverso la quale questo film viene a scuotere lo spettatore mettendolo di fronte a situazioni, racconti e atmosfere che non lo lasciano più in pace”.

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the adam project viaggio nel tempo

The Adam Project

“L’arma segreta in questo senso è Walker Scobell, l’attore che interpreta Adam a 12 anni. I bambini dei film americani sono quasi sempre bravissimi, lui sta a un altro livello ed è sfruttato in linea con queste potenzialità. Il suo sguardo sull’Adam adulto cambia il film e segna l’evoluzione della storia, rende credibili riflessioni sentimentali che altrove sarebbero banali, consente di porre domande non banali su dove risieda la vera essenza di ognuno, se nel sé inesperto ma autentico di 12 anni o in quello indurito dalla vita ma più esperto e meno ingenuo. Quando poi nella seconda metà entra in gioco anche Mark Ruffalo (di nuovo con Jennifer Garner in un film sui viaggi nel tempo dai tempi di 30 anni in un secondo), un attore capace di migliorare istantaneamente ogni film in cui partecipa, portando con sé una quantità di verità sentimentale che fa paura, allora The Adam Project può fare davvero tutto”.

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the batman

The Batman

“The Batman è davvero la migliore nuova idea nel mondo dei film con personaggi dei fumetti da tanti anni a questa parte e uno dei film, finora, più coinvolgenti dell’annata. Sotto una storia molto cittadina che avrà esiti grandissimi (e complimenti per il coraggio di portare tutto alle estreme conseguenze nel finale!) senza che nessuno lo sottolinei troppo battono i grandi doppi a partire da Bruce Wayne/Batman (la cui immagine diventa sempre più diversa), e poi il doppio Thomas Wayne, il doppio Carmine Falcone e un altro bambino orfano in cui Batman rivede se stesso e altro che non vale la pena spoilerare.
Una volta tanto un Batman che non parla con le parole ma con le immagini, la pioggia, lo score di Michael Giacchino (fuso con i rumori ambientali) e una notte nera di una città che non migliora mai”.

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