Dietro all’onnipotenza del computer, per quanto riguarda gli effetti speciali, ci sono tanti strumenti meno conosciuti, ma essenziali per la buona riuscita dell’illusione. Uno di questi è la Chrome ball (la sfera cromata), un oggetto presente in molti set, ma il cui uso è sconosciuto ai più.

Un interessante video di Vox approfondisce la funzione di questo piccolo oggetto, essenziale per l’integrazione di ciò che non esiste se non tra i dati di un computer con il set reale. Potete vederlo in cima a questo articolo.

La chrome ball è lo strumento essenziale per fare sì che gli oggetti virtuali sembrino reali. Per bilanciare la luce e segnare il riflesso. Solitamente si utilizza in combinazione con una seconda sfera grigia. Durante le riprese (più spesso tra un ciak e l’altro) c’è una persona incaricata di prendere più riferimenti di luce possibili nel momento in cui vengono catturati i fotogrammi. Le condizioni ambientali, l’illuminazione e la posizione delle luci possono variare anche in pochi secondi. È importante quindi, per inserire in post produzione elementi in CGI che gli artisti abbiano più informazioni possibili sulle condizioni del set. Vengono quindi utilizzate le due sfere per catturare immagini HDRI (High Dynamic Range Image) da fare processare poi al computer. 

La tecnica dell’HDRI fonde in un’unica immagine diversi gradi di esposizioni, permettendo così di ampliare la gamma dinamica tra il bianco e il nero. La sfera “a specchio” serve a riprendere il panorama a 360º. Se fotografata sia sul fronte che sul retro può inoltre essere un riferimento dell’intera scenografia in cui si vuole inserire l’elemento renderizzato a computer. 

Nonostante il video mostri solo la chrome ball, spesso questa si usa in combinazione con una sfera simile, ma grigia opaca. Quest’ultima serve come riferimento per definire la direzione della luce e la sua intensità, ma anche la temperatura della stessa e la durezza delle ombre. I dati “dedotti” dalla fotografia della sfera servono al computer per processare e produrre una prima illuminazione dell’oggetto virtuale. 

La sfera che riflette le immagini serve invece per individuare i riflessi nel caso di materiali specifici. Sono un esempio le armature di Iron Man, la struttura fisica dei Transformers, o comunque tutte le superfici specchianti. È utile inoltre per tagliare i tempi di produzione. Grazie alla sfera è infatti il computer a individuare automaticamente da dove far provenire la fonte luminosa che illumina l’oggetto digitale. Un lavoro che può essere fatto anche a mano, ma che in questo modo fa risparmiare tempo nei progetti con tante inquadrature con elementi in CGI e offre una accuratezza immediata. L’allineamento delle immagini HDRI permette di raccogliere infine i dati dell’ambiente secondo un ampio range dinamico. 

La sfera non è l’unico modo per ottenere questo risultato. Come spiegato nel video è possibile catturare queste informazioni anche semplicemente effettuando una panoramica della cinepresa dotata di una lente ampia. Lo strumento che meglio costituisce un’alternativa alla chrome ball è però la classica videocamera a 360º.

Inizialmente la chrome ball era uno strumento piuttosto artigianale: una pallina dell’albero di natale particolarmente riflettente, o una semplice sfera montata su un cavalletto. Per un po’ di tempo si è diffusa tra i tecnici la convinzione che usare questa tecnica fosse un modo pigro di procedere. Ora non è più così, delegare al computer questa parte (per poi eventualmente aggiustarla a mano) non è più un furbo escamotage, ma la condizione necessaria per stare dietro a tempi di produzione spesso troppo ristretti.

Conoscevate già la chrome ball? Fatecelo sapere nei commenti!

Classifiche consigliate