Vi abbiamo appena dato conto delle dichiarazioni di Scott Snyder riguardo a Substack e alla natura di questa nuova piattaforma che sta cercando di dare uno scossone importante al modo in cui i fumettisti americani producono le proprie serie indipendenti e interagiscono con il proprio pubblico.

 

 

Nella seconda parte dell’intervista che vi abbiamo proposto, lo sceneggiatore ha discusso le iniziative che ha in questo momento attivato su Substack, a partire dai suoi progetti didattici.

 

Clear, copertina di Francis Manapul

Scott Snyder – Ho iniziato a insegnare quando ero solo un aspirante scrittore e la cosa mi tiene giovane. Amo mettermi lì e ricordare a me stesso e ai miei studenti quali sono le priorità che ritengo importanti per un narratore, sia nella pagina che fuori. C’è una bussola personale che trovo in questo e che per me è una costante, che volevo rimettere in gioco da un po’.

Poi credo che insegnare, a questo punto della mia carriera, sia un modo per dare alla gente un accesso alla professione. Quando ero un giovane aspirante fumettista, non c’erano molti corsi e occasioni di imparare, quindi ho sentito la fatica di dover mettere assieme da solo le nozioni, leggendo libri sulla sceneggiatura, sulla fiction. Avendo lavorato ormai un bel po’ nell’ambiente, sento di aver in mente un piano di lezioni interdisciplinare ma ben focalizzato, riguardo le cose che vorrei qualcuno mi avesse spiegato ai miei esordi.

Cose che ho imparato dall’epoca dei miei inizi su Detective Comics fino ad oggi, che spaziano da questioni che riguardano i personaggi fino a come si scrive un soggetto di proposta. Quindi mi sento sicuro di essere in grado di fare lezione per la gente e per un prezzo abbordabile.

 

Scott Snyder ha anche rilasciato alcune dichiarazioni riguardo al terremoto che Substack rappresenta, almeno in potenza, per il mercato editoriale tradizionale e, soprattutto, per le due grandi editrici americane, la DC e la Marvel. Come reagiranno al fatto che grandi sceneggiatori e artisti trovino in questa piattaforma una sirena dal canto irresistibile e forse in grado di cambiare profondamente il rapporto tra professionisti e grandi compagnie?

 

Scott Snyder – Non lo so. Sono grande amico dell’Editor-in-Chief della DC, Marie Javins, e voglio bene alle persone che lavorano là dentro. C’è uno staff editoriale incredibile e vale anche per i creativi. Ma sono preoccupato dal fatto che ci siano sempre più opportunità di autoprodursi là fuori e sono dieci anni circa che ci penso. Anche coinvolgere fumettisti in Death Metal è stato faticoso. Devo prendermi una pausa per un po’ in modo da poter tornare in futuro con le idee chiare riguardo al nuovo ecosistema che si sta creando.

Death Metal #4, copertina di Greg Capullo

Non posso parlare per la Marvel, ma credo che abbiano problemi simili. So per certo che la DC è in ottime mani con Marie e con il resto dello staff che lavora per lei, gente che ama i comics e tiene al proprio lavoro, persone entusiaste delle opportunità che si stanno aprendo, anche se rappresentano una sfida per tutte loro. Credo che troveranno il modo di adattarsi in modo da beneficiarne.

La mia impressione è che, per un sacco di tempo il mondo dei fumetti non sia stato funzionale come avrebbe potuto, in termini di reciproci benefici tra l’ambiente e gli editori, non abbastanza da realizzare che il formato digitale non deve per forza essere concorrente della stampa e che può essere una specie di ambiente di conferma, in cui testare una storia, mostrarla, far sì che la gente si entusiasmi per essa e poi la compri in un formato diverso e con contenuti diversi.

La mia speranza è che molto di quel che sta succedendo possa correggere la rotta. Per questo sono felice di lavorare con comiXology, di spingere la gente a sottoscrivere gli abbonamenti. Potranno leggere tutti i miei progetti per quattro dollari e novantanove al mese. Il che non porta grandi guadagni. Incasserei molto di più se i lettori dovessero comprare ogni singolo numero.

Ma la mia convinzione è che la cosa sia comunque buona, perché questa formula vi permetterà di conoscere un sacco di fumettisti che Comixology supporta, come Mark Bernardin e Ariela Konstantina di Adora, come succede a Chip Zdarsky per Afterlift. Come per tanti altri. Poi, portate il vostro entusiasmo nelle fumetterie, discutete con la gente delle storie e comprate le serie.

 

Scott Snyder non vede minimamente, nella sua condotta, un atto dannoso per i rivenditori. Tiene lezioni nelle fumetterie ed è convito che l’affetto per esse come luoghi di incontro e confronto dei fan non verrà mai meno.

 

Scott Snyder – Sono posti magici e, a loro modo, sono l’anima del nostro mondo, perché è lì che vai per incontrare gente come te, per trovare le copie cartacee delle storie che ami e portartele a casa. Non dovrebbero sentirsi minacciati da un servizio che spingerà le persone a bussare alla loro porta e a innamorarsi dei fumetti. La dinamica dovrebbe essere la stessa che stiamo osservando oggi con le librerie indipendenti, che stanno vedendo aumentare i loro affari. Il nostro obiettivo è quello di dar vita a un’industria del Fumetto migliore e più interconnessa.

 

Cosa ne pensate? Scrivetecelo nei commenti! Vi ricordiamo che BadTaste.it è anche su Twitch

 

 

Fonte: Comics Beat