Frank Miller ai microfoni di Comic Book Resources e, come sempre quando parla il leggendario autore, le orecchie di tutti sono sollevate come antenne. In questa intervista ha parlato di Xerxes, il suo spin-off riguardante l’antagonista di 300, e del suo futuro nel mondo del Fumetto.

Eccovi le sue considerazioni più succulente, ricordandovi che l’opera è in corso di pubblicazione per Magic Press:

 

Xerxes: La caduta dell'Impero persiano e l'ascesa di Alessandro il Grande 1, copertina di Frank Miller

Quando iniziai a scrivere Xerxes, anni fa, mi ci buttai con troppa foga. Mi piace l’energia che il primo capitolo conserva ancora da quei tempi, ma stavo facendo il passo più lungo della gamba. Avevo bisogno di fare più ricerche e di trovare il focus della serie. Più ho studiato, più si è arricchita, anche di emotività. E ora sento di averla calata in un contesto storico migliore e di averla resa più equilibrata.

Ci sono molte cose che ho dovuto e che devo correggere, rispetto alla Storia ufficiale. Le principali hanno a che fare con la cultura, la filosofia e la religione di popoli coinvolti. Con tutti gli eventi e i personaggi che ci sono, non c’è il tempo di addentrarsi nella cultura persiana, non più di quanto abbiamo fatto con le relazioni tra i Greci. E sono fortunato a non dover entrare nel discorso direttamente.

I problemi arrivano con il modo in cui ritraggo i personaggi. La mia visione di Serse non ha niente a che vedere con le descrizioni che ci sono arrivate. E non voglio che lo faccia. Se avessi disegnato gli Spartani di 300 come quelli veri, sarebbero somigliati a insetti con la testa gigante, dai movimenti macchinosi. Perché non si muovevano granché veloci… portavano armature complete. Ma volevo che lo fossero e volevo che apparissero eroici. Ecco perché ho utilizzato le armature come ornamenti e ho sottratto tutti gli strati di cuoio che vestivano.

Non posso sapere che immagine avessero di sé. Ma, per quanto sia mia intenzione spingere la gente a imparare un po’ di storia, quella parte che mi ispira, io non sono uno storico. Le mie sono evocazioni. Quella che leggete è soprattutto un’avventura. Sono un narratore, non un insegnante. Nel realizzare Xerxes ho rivisitato 300 soprattutto dal punto di vista visivo e, a volte, ho deciso di rievocare certe scene. Ma non mi sono mai seduto a rileggere quella storia, dacché è stata pubblicata.

 

Se 300 era molto prevedibile per quanto riguarda gli eventi, già noti a tutti a grandi linee, e chiariva fin da subito chi fossero gli eroi della storia, Xerxes è meno netto, e Miller confessa di aver giocato molto con le aspettative dei lettori. La vicenda è più complessa e legata agli eventi futuri, narrati in 300. Il volume stesso sarà fisicamente molto più grande (e verticale), perché c’è un leader, un grande leader da presentare al pubblico tramite un percorso lungo e pieno di personaggi.

 

Xerxes #1, anteprima 01

Credo che ci siano sempre lezioni da apprendere, perché la natura umana è sostanzialmente una costante. Quando la gente dice che ci siamo evoluti rispetto al passato, penso si sbagli. Abbiamo finito di evolverci quando abbiamo imparato a camminare in posizione eretta, quando siamo passati da cacciatori e raccoglitori a quel che siamo oggi. Da lì in poi, non abbiamo fatto altro che sviluppare certi aspetti di quel che facevamo.

Per il resto, siamo quel che siamo sempre stati. Mangiamo, ci accoppiamo e dominiamo. Anche se la cosa più importante è che, dai tempi delle caverne, realizziamo immagini. Disegniamo da prima di scrivere parole. L’arte del Fumetto risale proprio a quelle pareti delle caverne. Noi abbiamo estrapolato quell’arte e l’abbiamo resa più complessa, ma il solo vero salto che abbiamo compiuto è stato quello nello spazio. E, ormai, abbiamo smesso di saltare.

Sono felicissimo del mio ritorno a tempo pieno ai fumetti. Sono pieno di storie che voglio raccontare. La persona che mi sta più vicino mi chiede sempre cos’ho da fare in settimana, e io le rispondo semplicemente che devo lavorare alle storie. Quando mi è venuta l’idea per un nuovo Sin City, l’altro giorno, è scoppiato un casino, a casa mia. Ma Xerxes è il presente, assieme a Superman: Year One. Questi due progetti, per me, sono un sogno fatto realtà nel caso di Superman, e un indizio della direzione che prenderanno molti dei miei fumetti in futuro nel caso di Xerxes.

 

Xerxes Frank Miller

 

 

Fonte: Comic Book Reosurces