Nel febbraio 1974 nasceva il personaggio di Lupo Alberto. Per celebrare il suo 40° anniversario su Badcomics.it abbiamo organizzato una settimana dedicata al personaggio di Silver, con interviste a Giacomo MichelonPiero LussoCastyFrancesco Artibani e Bruno Cannucciari.
Per concludere questa carrellata di opinioni su Lupo Alberto, abbiamo deciso di intervistare anche un autore che non ha mai scritto -per- Lupo Alberto, ma -su- Lupo Alberto. Si tratta di Mauro Talarico, scrittore e disegnatore di Cuori Grassi, fumetto ospitato proprio sulla testata Lupo Alberto.

Ricordi come hai scoperto il personaggio di Lupo Alberto? Quali sono le caratteristiche del fumetto che ti hanno colpito di più?

Ho scoperto Lupo Alberto negli anni ’70 leggendo “Il mago”. Le sue strisce mi sono piaciute subito moltissimo. Mi sembrava geniale l’idea del rapporto gallina-lupo, mi divertiva lo scontro quotidiano con Mosè che mi ricordava lo splendido connubio lavorativo tra Wile E. Coyote e Ralph, mi piacevano tutti i personaggi comprimari, mi piacevano le dinamiche e i tormentoni che regolavano la vita della fattoria e, non ultimo, mi piaceva moltissimo il segno grafico di Silver, la sua capacità di rendere espressive le sue creature, quello splendido sadismo che lo portava a massacrare il protagonista delle sue storie, il povero Lupo Alberto.

Come hai cominciato a collaborare con Lupo Alberto? Cosa ricordi del periodo in cui pubblicavi le tue storie sulla testata?

Ho cominciato per una sfida che mi ha proposto Francesco Coniglio. Io non avevo mai pensato di affrontare un seriale; non amavo l’idea di incastrarmi in una storia senza poter spaziare seguendo i momenti creativi. Invece Francesco mi ha proposto di provare perché avrei scoperto anche il fascino di creare e far crescere un personaggio. Mi ha dato anche lo spazio in cui avrei potuto sperimentarmi; il mensile “Lupo Alberto”. Guido è stato disponibilissimo fin dai primi passi del mio Cuori Grassi; è stato uno splendido padrone di casa, avevi sempre la coscienza di essere ospitato in una casa ampia ed accogliente. Di quel periodo ho bei ricordi di lunghe chiacchierate telefoniche con Rosangela in redazione. Non ci siamo incontrati spesso con Guido perché io vivo a Roma e lui a Milano, ma ogni volta ho avuto la sensazione di una persona profonda, forse timida.

Quali sono le storie di Lupo Alberto che preferisci?

Sicuramente le prime. Il personaggio aveva una freschezza ed un carattere ben definito, così come tutti i personaggi secondari. Molto divertenti anche le strip con Enrico la talpa, anche se poi non ho molto condiviso lo spazio che ha preso a scapito del grande lupo.

Da anni la visibilità della testata è in calo, con sempre meno storie inedite e una produzione che purtroppo non è paragonabile agli anni d’oro del personaggio… Pensi che il personaggio abbia ancora qualcosa da dire? Cosa potrebbe farlo tornare alla ribalta?

Il personaggio di Lupo Alberto aveva un carattere trasgressivo, avventuroso, fuori dagli schemi. Incurante dei pericoli, spesso soccombente e massacrato (elemento che ha sempre attirato simpatia sui personaggi ): questi caratteri provocavano un’identificazione immediata del lettore ed un’affettuosa sintonia. L’evoluzione del personaggio sempre più coinvolto in una routine matrimoniale un po’ stanca attenuano il fascino del lupo. Forse anche il formato della rivista non è più adatto ad attirare l’interesse dei lettori più giovani.