Squillo The ComicDopo due giochi di carte, quest’anno il cantante Immanuel Casto presenterà a Lucca Comics la sua terza creazione ludica ma anche un fumetto pubblicato da Magic Press. Lo abbiamo contattato per svelarci qualche informazioni in più sul progetto e farci spiegare meglio il suo modo di affrontare tematiche piccanti che spesso fanno nascere polemiche.

 

Siamo ormai giunti al terzo episodio del gioco di carte Squillo. Quali sono gli elementi che ne hanno decretato il successo?

Sicuramente l’umorismo dissacrante. Squillo è ambientato nel settore della prostituzione e quindi fa satira su un settore, quello delle escort, che vediamo spesso nelle notizie di attualità. Il mio è un modo per ironizzare su qualcosa che vediamo tutti i giorni, con lo stesso linguaggio a cui ormai ci siamo abituati, trattando l’argomento con la stessa comicità di serie come South Park.

Sappiamo che il gioco è stato accusato di istigare la mercificazione del corpo femminile, addirittura con una mozione parlamentare. Come rispondi a queste critiche?

Be’, sicuramente è facile rispondere: è un gioco. Non vedo cosa c’è di male a trattare di un argomento simile in un gioco, non stiamo facendo sul serio. Poi consiglierei chi critica questo gioco di guardarsi attorno, anche senza entrare nel merito di videogiochi violenti. Però ci sono giochi come Risiko sulla guerra, videogiochi ambientati nel mondo della mafia, che obbligano il protagonista a commettere reati… Perché un bambino può giocare alla guerra con Risiko e invece dei giocatori più grandi non possono fare un gioco sulla prostituzione?

Dal gioco passiamo al fumetto: com’è nato il progetto e qual è stato il tuo ruolo nella realizzazione di Squillo – The Comic?

In realtà è un’idea nata dai miei collaboratori, di cui però mi sono occupato in prima persona, scrivendo io la storia, la sceneggiatura e i dialoghi. Ho accettato con entusiasmo perché ho sempre sognato di scrivere un fumetto.
Poi sono stato affiancato da Matt Core, disegnatore Marvel abituato a lavorare nel settore del porno, che ha realizzato dei disegni meravigliosi.

Sei un lettore di fumetti? Quali sono le tue opere e i tuoi autori preferiti?

Devo confessare in realtà di non essere un grande appassionato. Però lo sono stato durante l’adolescenza, quando leggevo soprattutto manga; tra i titoli più famosi cito Dr. Slump & Arale, Saint Seiya e Cat’s Eye.
Ma adesso mi piace Jenus di Don Alemanno, che ha per protagonista una versione particolare di Gesù.

Invece dal punto di vista musicale, in quanto cantautore quali sono gli artisti che apprezzi e che ti hanno influenzato?

Bè, sicuramente sono molti gli artisti che mi hanno influenzato. Penso soprattutto al panorama musicale degli anni 70 – 80, quando la scena pop italiana era molto più variegata, più coraggiosa. Ad esempio si pensi al primo Renato Zero, con la sua incredibile teatralità, a Donatella Rettore, Ivan Cattaneo, Raffaella Carrà, Amanda Lear… Queste sono assolutamente le mie fonti di ispirazione.

SquilloCitando Deborah, la protagonista di un tuo video: “Perché dovrei lavorare in un call-center, quando potrei fare pompini in Costa Smeralda?” È una frase in cui tu credi, o la tua è una satira a un determinato mondo che ormai dilaga?

È una domanda che pone molti livelli di lettura. Nasce assolutamente come satira, però c’è anche un analisi di quanto è paradossale in un contesto di crisi gravissima, com’è adesso l’Italia, sia invece la mercificazione del corpo la strada per assurgere a determinati stati sociali ed economici. Poi, io non dico che sia sbagliato, se qualcuno vuole farlo, che lo faccia tranquillamente. Io sono per la legalizzazione della prostituzione, secondo me andrebbe legalizzata e tassata, che è una forma di tutela. Poi, io parlo di scelta. Non è vero, purtroppo certe volte non è una scelta, ci sono situazioni drammaticissime di sfruttamento che non si verificherebbero se la prostituzione avesse luogo in luoghi deputati, che in più verrebbero anche tassati.

Quindi sei favorevole alla proposta di riapertura delle case chiuse?

Assolutamente sì.

Quindi che consiglio daresti ai giovani che, citando tue canzoni, sono costretti a “imparare il congiuntivo” o a “lavorare in un call-center”?

Be’, non è che io consiglio di sfruttare il sesso… Di nuovo: sono scelte personali, tuttavia si tratta di capire quando è una scelta imposta e quando parte dalla persona. Se uno vuole farlo liberamente, che lo faccia. Però forse qualcuno potrebbe desiderare qualcosa di diverso per sé stesso.

Secondo te dobbiamo quindi arrenderci a vivere nella società del bunga-bunga, e non c’è alcuna possibilità di risollevare il livello culturale in Italia, magari riportando la meritocrazia in una posizione prioritaria rispetto allo sfruttamento dell’immagine e del potere sessuale?

Io sono ottimista, ma la cosa che non accetto è soprattutto l’ipocrisia, il fatto che la situazione sia questa non significa che dobbiamo accettarla senza alcuna speranza di cambiamento. Poi, ripeto, finché siamo nell’ambito della libertà personale tutto va bene. Io però sono ottimista, secondo me c’è un grandissimo margine di crescita.

Dalle canzoni e ai concerti live, sei passato a cortometraggi, giochi di carte e ora anche un fumetto. In quali altre nuove incarnazioni pensi si potrebbe avventurare in futuro Immanuel Casto?

Be’, vediamo… Scrivere un libro è uno dei progetti all’attivo, e dopo il cortometraggio a me piacerebbe moltissimo dirigere un film. Non per forza basato su miei lavori precedenti, a me piace anche sperimentare, affrontare anche tematiche più serie, ma con l’ironia che rimane comunque il mio marchio di fabbrica.

 

Vi ricordiamo che a Lucca Comics 2014 Immanuel Casto presenterà il numero 0 di Squillo – The Comic, oltre ad esibirsi in un concerto live giovedì 30 ottobre al Teatro del Giglio.

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