È già da qualche tempo, sia con il nostro podcast TvNews che con l’approfondimento di Gabriele Niola, che vi parliamo del rischio dello sciopero degli sceneggiatori, il cui contratto scadrà tra un mese, il 1° maggio 2023, e lo facciamo da un po’ perché la minaccia di uno sciopero, in un’industria che sta già vivendo una profonda crisi, che affonda le proprie radici non solo in un sistema di business ormai superato, ma in una società in piena trasformazione, potrebbe seriamente mettere in ginocchio il mercato dell’intrattenimento.

Ora che il momento della verità si avvicina, la Writers Guild of America (il sindacato che rappresenta gli sceneggiatori d’oltreoceano) si appresta, in particolare, ad affrontare il problema delle mini room e della flessione degli stipendi a cui questo modello ha portato.

Come e perché si formano le mini room: i due scenari

Le mini room si formano normalmente in due diversi scenari, nel primo caso, quando una piattaforma si dimostra interessata ad un progetto, oltre allo script del pilot, chiede allo showrunner di consegnare almeno altri 2 o 3 copioni per poter comprendere in quale direzione andrà la serie e decidere se investirvi o meno. In questo caso lo showrunner stesso assumerà alcuni sceneggiatori per preparare i copioni in qualche settimana, con questi ultimi che vengono solitamente pagati il minimo salariale.

Nel secondo caso, quando ci si trova di fronte ad un prodotto già promosso a serie o che si è visto arrivare l’ordine per un’intera prima stagione, il network o la piattaforma di turno crea una mini room per decidere se rinnovarla o meno sulla base di alcuni copioni che verranno creati dagli autori coinvolti.

Il problema delle mini room

Uno dei punti focali su cui sarà incentrata la contrattazione tra la WGA e l’Alliance of Motion Picture and Television Producers, nonché uno dei punti più difficili da definire, come spiega un articolo di Variety, sarà proprio quello che riguarda le mini room.

Le mini room sono un modello nato circa 10 anni fa presso AMC Network, una TV via cavo che lavorava con budget limitati e che ha ora preso il sopravvento nell’industria. Mentre le writers room tradizionali sono composte da 7/8 sceneggiatori o un numero persino maggiore, a seconda del budget della serie, una mini room, come suggerisce il nome stesso, è composta, oltre che dallo showrunner, da 2 o 3 sceneggiatori che vengono assunti per aiutarlo a scrivere i primi 2 o tre copioni dopo l’episodio pilota.

Il problema delle mini room nasce dal fatto che anche se la serie non dovesse ricevere un ordine (nel primo caso) o un rinnovo (nel secondo) terrebbe comunque impegnati gli sceneggiatori per 8/10 settimane senza che questi ultimi – per contratto – possano lavorare ad altri progetti e che, anche nel caso in cui la serie dovesse essere promossa dal network, gli sceneggiatori della mini room non verrebbero chiamati a far parte dello staff della writers room che si andrà a formare, soprattutto se la serie in questione sarà composta di 8/10 episodi.

Ad essere colpiti in maniera particolare dal problema delle mini room sarebbero, per questi motivi, i nuovi sceneggiatori poiché non solo è molto più difficile che vengano coinvolti in una mini room, rispetto a talenti già stabiliti e conosciuti nell’industria, ma quando sono assunti, vengono anche pagati il minimo sindacale il che, con l’aumentare delle mini room, ha condotto ad una generica flessione degli stipendi.
Inoltre le mini room rendono anche più difficile per gli sceneggiatori essere promossi a showrunner, perché non hanno mai l’opportunità di essere coinvolti nel vero e proprio processo di produzione e post-produzione di uno show.

Le prime settimane di vita dello sviluppo di uno show sono sicuramente le più importanti per il suo futuro e, per gli addetti ai lavori, è un vero e proprio controsenso che il coinvolgimento degli sceneggiatori che vi contribuiscono sia pagato il minimo salariale, come è assurdo il fatto che gli sia poi impedito di continuare a lavorare in quello stesso show nel caso in cui il loro lavoro sia premiato con un rinnovo.
Sebbene la WGA stia combattendo già da tempo per i diritti degli autori, sottolineando che una writers room è una writers room a prescindere dalle sue dimensioni, la realtà è che molte piattaforme e Studios starebbero cominciando a rifiutarsi anche solo di chiamarle mini room.
Secondo quanto riportato da membri del sindacato, alcuni outlet (non sono però stati fatti nomi) avrebbero creato un modello composto da 3 sceneggiatori ed un assistente al fine di discutere e mettere sulla carta alcune idee, con solo alcuni degli sceneggiatori coinvolti che firmeranno poi i copioni, mentre qualche Studios rifiuta già di chiamare questi piccoli agglomerati mini room, asserendo che le persone coinvolte sono semplicemente assunte a progetto, per spogliarle chiaramente della carica di sceneggiatori e poterli quindi pagare persino meno di quanto non siano già pagati.

Anche gli sceneggiatori più esperti, ormai, hanno finito per essere coinvolti in questo sistema decisamente perverso, accettando di prendere incarichi nelle mini room, al solo scopo di non uscire dai giochi ed essere “dimenticati” dall’Industria.

Le mini room sono writers room. Punto.

In un recente post, la WGA ha voluto mettere la parola fine su questa polemica, dimostrando come il problema delle mini room sia centrale nelle prossime contrattazioni e mettendosi a disposizione degli iscritti a cui venga chiesto di far parte di una mini room:

Mentre un sempre maggiore numero di outlet assume sceneggiatori all’interno di una mini room prima ancora che una serie si promossa o rinnovata, il problema di come strutturare questi contratti e di come stipendiare questi autori sta diventando uno dei punti focali della trasformazione dell’industria dell’intrattenimento.

Gli sceneggiatori dovrebbero capire fino in fondo che, nell’accettare di far parte di una mini room, potrebbero non essere mai coinvolti nella produzione di uno show, ma anche che il loro valore, all’interno di queste strutture è pari a quello che avrebbero se facessero parte di una writers room.

Inoltre, senza la pressione della produzione e della consegna degli script, il lavoro all’interno di una mini room potrebbe anche durare dei mesi, il che significa che è importante che nei contratti non vi siano clausole di esclusività o, agli autori che ne fanno parte, sarà impedito di lavorare ad altri progetti.

A prescindere da quanta esperienza abbiate nel settore a chiunque, ormai, può essere ormai richiesto di far parte di una mini room, motivo per cui è fondamentale essere bene informati PRIMA di prendere una penna e firmare un contratto“.

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