Sic transit gloria mundi. Edith utilizza questa frase nel primo episodio della sesta stagione di Downton Abbey per sottolineare la circostanza in cui i Crawley si recano alla residenza di un loro vicino che, per varie motivazioni, si trova a dover vendere i suoi beni e trasferirsi. Arrivato all’ultima stagione, lo show di Julian Fellowes chiude quasi tutte le storyline aperte. Più che di storie con un inizio, uno svolgimento e una conclusione, si tratta di stati d’animo incompiuti, di una realizzazione personale per i personaggi mai completamente raggiunta e che qui invece, in quasi tutti i casi, troverà il giusto compimento. Tutto questo veicolato attraverso sottotrame ora troppo ripetitive, ora troppo costrette dalle maglie della narrazione, ora non sfruttate a dovere. Non i fatti, ma il modo di raccontarli. Tutto questo, per riallacciarci alla citazione iniziale, alle soglie di un mondo che sta cambiando oppure è già cambiato del tutto.

Resiste ancora, dopo tanti anni, q...