All’inizio di ogni stagione di Servant ci si sente sperduti. Passa un anno e, nonostante ogni sforzo, poco si ricorda del punto in cui si è arrivati (è utile in questo caso rivedere l’ultimo episodio precedente). Sembra è di essere sempre fermi, come se lo status quo fosse intoccabile sia negli eventi che nelle opinioni che i personaggi hanno di Leanne e su quello che gli sta succedendo. Ma questo, lo capiamo dalle prime tre puntate di questo ultimo atto, è proprio il punto della serie. Un eterno ritorno dell’identico, un limbo che avvolge la casa e gli spettatori.
Perché Servant è la sua atmosfera, ancora più che il mistero. È un parco giochi costruito apposta dai suoi autori (Tony Basgallop, ma sembra valere ancora di più per Shyamalan) per provare suggestioni e virtuosissimi di tensione. Arrivati alla quarta stagione però il miracolo che ha coinvolto Jericho, fatto risorgere dalla sua tata usando (forse) come transfer fisico una bambola reborn, chiede di arrivare a una soluzione. ...
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