La menzogna vista come un castello di carte destinato, prima o poi, a crollare: questa la tematica portante della prima stagione di Suspicion. Tratta da un format israeliano della Keshet Productions (False Flag, in onda dal 2015), la serie distribuita da Apple TV+ è l’ultimo fiore all’occhiello di Rob Williams (L’uomo nell’alto castello), qui showrunner e produttore esecutivo.

A scanso di equivoci, è bene precisarlo subito: Suspicion non ha nulla di rivoluzionario. Si muove sicura su binari già percorsi da mille altri racconti, con una regia che non osa prendere mai il sopravvento sulla scrittura. Le non poche scene d’azione sono perfettamente orchestrate, ma la sobrietà britannica resta ben lontana (fortunatamente) da qualsiasi spettacolarità hollywoodiana.

La parola resta il fulcro della storia che ci viene raccontata, e va bene così; perché è proprio attraverso la parola che la bugia al centro della vicenda si diffonde come un virus.

Quattro piccoli inglesi

Il dr...