Serie TV: 10 delle migliori scene di apertura di sempre

Il business delle serie televisive è tremendamente competitivo e lo è diventato sempre di più negli anni, il che ha imposto un generale aumento della qualità dei prodotti, accompagnato da un’assioma, una regola non scritta che impone alle produzioni di conquistare il pubblico nel minor tempo possibile, cosa che ha sicuramente affinato l’arte delle scene di apertura degli show televisivi che si sono fatte di anno in anno di sempre maggiore impatto, raggiungendo a volte una vera e propria forma d’arte.

BREAKING BAD

Il nome di Bryan Cranston è indiscutibilmente scritto negli annali della televisione grazie alla sua interpretazione di Walter White, alias Heisenberg, in Breaking Bad, la serie in 5 stagioni che debuttò nel 2008 su AMC diventata un successo planetario, che ha prodotto spinoff e film per la TV, non tutti della medesima qualità.
La scena di apertura dello show, con un uomo di una certa età con indosso una maschera antigas e degli imbarazzanti mutandoni ed alla guida di un camper, divenuto poi iconico, che si schianta nel deserto, non spiega molto delle premesse dello show, eppure ne è contemporaneamente una perfetta summa: ci mostra infatti una persona spaventata, con una famiglia che ama, dei rimpianti, ma disposto comunque a tutto per loro, a prescindere da dove le sue azioni lo conducano il che, nello specifico ed in riferimento a questa scena in particolare, è in mezzo ad una strada deserta, in mutande e camicia verde e con una pistola in mano, in attesa dell’arrivo della polizia le cui sirene si sentono suonare in distanza. Che abbiate amato la serie o meno, è indiscutibile che quella di Breaking Bad sia una delle migliori cold opening della storia della TV, di quelle introduzioni che lasciano lo spettatore con il desiderio di scoprire di più sul protagonista e sulla sua storia.

CALIFORNICATION

Cosa si può dire di un uomo che nei suoi sogni spenge una sigaretta in un acquasantiera e si reca in chiesa a causa di uno scomodo blocco dello scrittore di cui vorrebbe lamentarsi con Dio, per poi trovarsi di fronte “un’arrapante suora” che gli prone un servizietto, il tutto dopo che si sono appena spente le note della canzone “You Can’t Always Get What You Want” dei Rolling Stones in una versione, potremmo dire, clericale?
Quanto meno che introduce una delle serie più dirette e politamente scorrette degli anni Duemila, Californication, con il protagonista Hank Moody che dimostra di non avere peli sulla lingua in termini di sessualità e libero pensiero. Dopo 7 stagioni ci si abituò anche a quello, ma la scena di apertura dell’episodio pilota risulta decisamente non ortodossa anche a riguardarla oggi. Il che è un bene.

DEXTER

Ancora prima di Breaking Bad, nel 2006, Showtime fece di Dexter (Michael C. Hall) il discusso protagonista di una serie con protagonista uno scienziato forense che si trasforma di notte in un giustiziere di criminali, un serial killer di killer. la scena di apertura dello show è caratterizzata dalla narrazione della voce fuori campo del protagonista, che diventerà poi uno dei suoi segni distintivi, mentre Dexter Morgan che si aggira per le strade piene di vita di Miami a caccia di un prete accusato di abusare ed uccidere minorenni per porre fine ai suoi giorni. Il tono e le atmosfere della scena di apertura sono particolarmente intriganti e puntano su un protagonista tanto affascinante quanto conflittuale, capace di mettere in discussione il senso stesso della parola morale.

GAME OF THRONES -IL TRONO DI SPADE

Magari non tutti ricordano che quando Il Trono di Spade debuttò sulla HBO non fu l’immediato successo che ci si sarebbe aspettati dallo show diventato poi un mito della cultura POP, che appassionò milioni di spettatori in tutto il mondo. Ciò nonostante la sua scena d’apertura fu la perfetta introduzione di quella che sarebbe stata una serie diversa, epica e decisamente ambiziosa, con la scoperta di alcuni cadaveri orrendamente mutilati, disposti in maniera misteriosa e la prima apparizione degli Estranei, che sarebbero poi diventati nel tempo una delle più grandi minacce che i protagonisti della saga avrebbero affrontato.
La brutale battaglia che seguì mise immediatamente in chiaro che lo show non avrebbe risparmiato nulla agli spettatori e che lo show che introduceva non era decisamente adatta a tutti i palati o età.

HOUSE OF CARDS

Prima che tutto andasse a rotoli House of Cards e Frank Underwood hanno fatto grandi cose, come quella fantastica scena iniziale in cui il personaggio interpretato da Kevin Spacey, dopo aver trovato un cane investito davanti alla propria abitazione, decide di “mettere fine alle sue sofferenze” dialogando apertamente con il pubblico sull’importanza del ruolo di persone che come lui, chiamate a fare cose che altri vorrebbero evitare di affrontare.
I cani non muoiono MAI nei film americani o nelle serie TV è una regola non scritta nei 10 comandamenti del bravo produttore, il fatto che lo show cominci quindi proprio con l’uccisione del migliore amico dell’uomo da parte del suo protagonista, che guarda poi in camera concludendo il gesto con un “Ecco, sto bene“, come se chi stesse guardando potesse davvero provare compassione per lui, invece che per l’innocente creatura appena uccisa, la dice lunga sull’immoralità di questo incredibile personaggio.

LOST

Quell’occhio che si apre ad una storia che durerà sei stagioni ed un’infinità di misteri (alcuni mai risolti) è diventata un’indimenticabile firma che introdusse il pilot di Lost nel 2004, lo show di J.J. Abrams trasmesso sulla ABC.
Un episodio costato circa 14 milioni di dollari che lo rese uno dei più costosi della storia della televisione, almeno per quei tempi.
Nell’ormai mitica scena di apertura Jack Shepard (Matthew Fox), un uomo al tempo senza nome, apriva gli occhi per vedere una foresta di bambù, senza riuscire a capire dove si trovasse o cosa gli fosse successo, prima di scorgere un labrador aggirarsi nella natura e superarlo correndo ed infine ricordare di essere stato vittima di un incidente aereo, cosa che fece scattare il suo istinto di medico, portandolo a cercare altri sopravvissuti e tentare di portare soccorso, nonostante l’evidente shock.
Ma quell’occhio, quell’occhio che si apre nella scena di apertura, imitato ed omaggiato in molte altre serie TV dopo Lost, è diventato parte della storia della televisione e tutti sanno cosa sia al primo sguardo, anche non avendo mai visto la serie.

MAD MAN

La scena di apertura di Mad Man ha il potere di catapultare in un attimo lo spettatore negli anni Sessanta, caratterizzata dall’estetica che ha fatto il successo della serie e sulle note di un classico della fine degli anni Cinquanta a fare da sottofondo ad un bar invaso dal fumo degli avventori.
Don Draper (Jon Hamm) siede in un angolo e scribacchia alcune idee su un tovagliolino di carta prima che un cameriere gli si avvicini offrendosi di accendergli una sigaretta e discute con lui del perché abbia scelto la marca di sigarette che fuma e perché gli piaccia farlo, mostrando dove questo professionista della pubblicità trovi ispirazione per le sue idee. Oltre ad introdurre questo fantastica serie, la scena di apertura della serie inganna curiosamente il pubblico, dando la sensazione che il suo protagonista sia un uomo più piacevole e magnanimo di quanto in realtà sia.

MR. ROBOT

La scena di apertura di Mr. Robot è una delle migliori introduzioni di un personaggio in una serie TV. A pochi minuti dall’inizio dello show sarà evidente che il paranoico Elliot Alderson (Rami Malek), dagli immensi occhi spalancati sul mondo, sarà destinato ad essere amato dal pubblico. Nonostante i suoi evidenti problemi ed una sfilza di complicate parole che snocciolerà al proprietario di uno dei suoi bar preferiti, ma non tanto oscure da lasciare l’audience nell’oblio, Elliot si presenterà come il perfetto antieroe, lo schivo genio del computer che tutto sa e tutto può controllare e che, proprio grazie alle sue idiosincrasie ed alla sua convinzione che tutto ciò che sembra troppo buono per esser vero nasconda in realtà un’insidia, sia l’unico in grado di fermare qualcuno come Rohit Mehta, un imprenditore di successo che nasconde un terribile segreto. Se a questo aggiungiamo la battuta finale con cui Elliot si congeda dal suo target un attimo prima che questo venga arrestato per pedofilia, il quadro è davvero completo ed il mito è servito.

THE NEWSROOM

Non è il migliore paese al mondo!“.
Bisogna dare atto a Jeff Daniels, nel ruolo di Will McAvoy in The Newsroom, che ci aveva davvero provato ad evitare una risposta scomoda ad una domanda piuttosto ingenua. Ciò che ne segue, quando il suo personaggio viene pungolato dal suo ospite in un dibattito di fronte ad un vasto pubblico, è una delle invettive meglio recitate e scritte della storia della TV, incredibilmente anti-americana, ma anche sdolcinata e patriottica, come solo questo paese pieno di contraddizioni riesce ad essere. La serie del geniale Aaron Sorkin introduce così una storia che racconterà per 3 stagioni, a partire dal 2012, la vita degli impiegati della Atlantis Cable News con il suo anchorman Will McAvoy in testa. E di fronte ad un uomo che osa dire che l’America non è affatto il paese migliore al mondo, snocciolandone le ragioni in un monologo indimenticabile, che purtroppo non ebbe più uguali, nemmeno nella serie stessa da cui originava, è amore a prima invettiva.

THE SOPRANOS

Tony Soprano (James Gandolfini) si sente chiaramente come un pesce fuor d’acqua mentre attende di essere ricevuto dalla psichiatra Jennifer Melfi (Lorraine Bracco). The Sopranos, che ha debuttato negli Stati Uniti sulla HBO nel 1999 è stato forse uno dei primi esempi di come la TV sarebbe cambiata tanto da rivaleggiare con il cinema, considerato da sempre superiore sia dal punto di vista qualitativo che stilistico.
Con l’arrivo di Tony Soprano si aprì invece la strada al genere di antieroe che ha ispirato molte serie televisive dopo questa.
Nella scena di apertura in cui i due cominciano a dialogare sarà immediatamente evidente che il compito della Dottoressa Melfi sarà particolarmente scomodo e non solo perché Tony è reticente ad ammettere di essere stato vittima di un attacco di panico, cosa impensabile per un boss mafioso con una famiglia ed un business da proteggere, ma anche per tutti i segreti che custodisce, difficili da rivelare, che gli pesano enormemente sulle spalle.

BETTER CALL SAUL (MENZIONE D’ONORE)

Pur non essendo l’incipit di una serie TV, la scena di apertura dell’episodio 6×03 di Better Call Saul merita sicuramente una menzione d’onore, non solo per come gioca con il silenzio e con l’evidente metafora di vita e morte, ma anche per come riesca a trasmettere emozioni profondamente diverse vista prima o dopo l’episodio, per tutto ciò che implica. Un vero lavoro di fino da parte del regista Gordon Smith e degli autori.