C’è di che uscire rintronati dalle due ore e mezza di Transformers – L’Ultimo Cavaliere, ma non per l’eccessivo clamore, più per come Michael Bay satura lo schermo di immagini, colori, dettagli, elementi e la sua consueta furia estetica. Al quinto capitolo di un franchise immenso, con budget incredibili a disposizione, Bay confeziona uno dei film più densi e “faticosi” da guardare della sua carriera, un’orgia di eventi, personaggi, movimenti da seguire, azioni da guardare.

Se da quando ha iniziato la saga di Transformers questo regista che non riesce a pensare in piccolo ha dato una svolta muscolare, artistica e concettuale al suo cinema (culminata paradossalmente al di fuori della serie, con Pain And Gain), con il quinto film arriva all’apice della densità visiva.

In occasione dell’uscita dell’ultimo film (L’Era Dell’Estinzione) giravano in rete un po’ di fotogrammi di Transformers accostati a noti quadri futuristi o di arte moderna in generale, con il logico risultato di metter...