Qualche ora fa vi abbiamo proposto la versione “Per Tutti” della nostra intervista a Chris Klein riguardante American Pie: Ancora Insieme. Abbiamo ceduto al sentimentalismo, alla facile analisi di costume degli Stati Uniti degli anni ottanta e novanta. Abbiamo persino tirato in ballo il nome sacro del sommo John Hughes, seppur in forma di aggettivo. Abbiamo fatto i giornalisti modello e vi abbiamo presentato un articolo "ripulito" dalle parti più scabrose.

Tuttavia parlare di American Pie significa affrontare un argomento fatto di rapporti sessuali con torte di mele calde, perché è quello che più ricorda la sensazione data dalla “cosa delle donne” e di MILF. Avvenenti coguare, bombe del sesso che uniscono le rassicuranti e morbide forme date da un seno e da una silhouette abbondanti come quello della "mamma di Stifler" Jennifer Coolidge alla promessa di un'avventura erotica che solo l'esperienza può regalare. Navi scuola? Alzi la mano, quella non occupata, chi non ne ha mai sognata una.

Potevamo quindi esimerci dal toccare queste tematiche nel momento in cui abbiamo avuto la possibilità di parlare con uno dei protagonisti di American Pie 1&2 e del nuovo arrivato American Pie: Ancora Insieme? La risposta vien da se. E chi ha letto un doppio senso in questa frase si merita una decisa pacca sulla spalla.

Immagino che avrai avuto una mattinata bella piena, come sta andando a Roma?

Mi sto divertendo molto a presentare il film qua in Italia!

American Pie: Ancora Insieme è il primo capitolo della saga a non essere scritto da Adam Hertz. Quali sapori sono stati aggiunti al film dai creatori del franchise di Harold e Kumar Jon Hurwitz e Hayden Schlossberg?

Hurwitz and Schlossberg, che come fai notare tu sono i creatori del franchise di Harold & Kumar nonché i registi e sceneggiatori di American Pie: Ancora Insieme, sono davvero fantastici, hanno un talento comico davvero notevole e sono molto divertenti. Ma soprattutto sono dei veri fan della saga di American Pie e come tali avevano un obbiettivo, un unico grande scopo: riportare il franchise alle sue radici. Una riconnessione al primo film in cui abbiamo dei momenti di assoluta ilarità, ma anche un contesto di storie d'amore all'insegna di un certo romanticismo. Gli elementi sentimentali giocano una parte altrettanto importante nell'economia della storia. Poi c'era il desiderio d'inserire dei toni di nostalgia degli anni novanta nelle vite dei protagonisti. Il primo American Pie era un film fortemente radicato nella cultura del tempo e come tale si è insediato nella mente delle persone in tutto il mondo e in tal senso penso che abbiano fatto un lavoro davvero egregio in questa direzione.

Nel primo film Oz, almeno inizialmente, è il classico sportivo insensibile. Ma alla fine della pellicola era quello che maturava di più. Cosa puoi dirci del tuo personaggio in American Pie: Ancora Insieme? E' sempre il più maturo della combriccola?

Non sono così sicuro di questa cosa. Mi spiego: penso che nel primo film Oz sia cresciuto di più perché semplicemente ha a che fare col fatto che è un giovane ragazzo, in realtà molto sensibile, che sceglie di essere quello che è. Ma è un accadimento che tocca anche le vite degli altri personaggi, solo attraverso modalità e percorsi differenti. In American Pie: Ancora Insieme lo reincontriamo ed è diventato un uomo di successo: è un commentatore sportivo che vive a Los Angeles e sta frequentando una modella giovane e decisamente hot, interpretata dalla splendida e talentuosa Kathrina Bowden che è una meravigliosa aggiunta al cast della pellicola. Sulla carta sembrerebbe una persona realizzata, cui non manca nulla. Un trentenne soddisfatto di quello che ha. Ma quando torna a East Grand Falls per la riunione, e rivede Heather per la prima volta dopo anni, capisce che quella fiamma, quel sentimento che prova per lei non si è ancora assopito. E anzi brilla anche più di prima. E deve capire come gestire questa cosa. Lo farà in un modo molto americanpiesco.

Vedervi tutti di nuovo insieme sullo schermo è grandioso ed è davvero difficile discernere i confini fra la realtà e la finzione. Voglio dire, si è trattato di una “reunion” a tutti gli effetti per voi. Come ti sei sentito quando hai saputo che avresti fatto un altro American Pie con tutti i membri del cast originale?

Ero incredibilmente emozionato al pensiero di questa “reunion”. Ho una relazione unica e davvero speciale con ognuno dei membri del cast. Abbiamo vissuto un'avventura davvero incredibile nel 1998, anno in cui abbiamo girato il film. Quando un giovane attore condivide un'esperienza del genere si forma davvero una sorta di collante, è una parte delle nostre esistenze che condividiamo tutti insieme. L'opportunità di tornare a lavorare con tutti loro a anni di sistanza dal primo film è davvero un'occasione speciale, una celebrazione collettiva. Ma abbiamo anche avuto la possibilità di realizzare un buon film, non qualcosa che si limita a cullarsi sugli allori di questo fantastico franchise. American Pie: Ancora Insieme è una pellicola molto divertente che gode di vita propria.

 

Una delle mosse più intelligenti del primo film è stata quella di usare dei giovani attori che avevano la medesima età dei personaggi che interpretavano. E' strano per un attore crescere letteralmente insieme a uno dei suoi character più celebri?

Non sono così sicuro che sia strano. Per lo meno per quanto concerne la mia esperienza, perché ovviamente posso parlare solo per me stesso. Se ripenso al 1998 si è trattato semplicemente di quello che era; eravamo tutti privi di esperienza nello show business, nessuno di noi aveva avuto un ruolo d'esordio così importante e improvviso. Per noi era un'occasione per sfondare e i personaggi che interpretavamo ci hanno poi accompagnato ovunque andassimo. Quindi per me non è stato strano e sono davvero colmo di gratitudine verso American Pie perché se non avessi interpretato Oz, se non avessi fatto parte di quella squadra non avrei di certo avuto le canche di avere il percorso professionale che poi ho seguito.

Andiamo sul piccante. Sei consapevole che American Pie è responsabile della moda delle MILF e delle cougar molto più di Sex and the City? O in una maniera diversa almeno… io sarei molto fiero di una cosa del genere. Cosa ne pensi? Qualunque sia la tua risposta sappi che secondo me l'industria americana del porno vi dovrebbe versare delle royalty…

E' davvero divertente questa cosa. E credo che tu abbia ragione, anche se io non penso di meritarmi alcuna royalty. Penso che dovrebbero andare tutte a Jennifer Coolidge!

Quindi possiamo legittimamente eleggere Jennifer Coolidge come la più MILF di tutte?

Assolutamente si (risate, ndr.). A torto o a ragione, il primo American Pie si è beccato tutti i meriti per aver coniato il termine MILF. Adam Hertz aveva inserito questa cosa come elemento molto importante della sceneggiatura e constatare il successo “collaterale” nato da questo acronimo è estremamente spassoso.

Io e te abbiamo la stessa età. Siamo entrambi “cresciuti” con American Pie: tu come attore, io come spettatore, prima, e giornalista poi. Nel 1999 avevo la stessa ambizione di Oz, Jim e gli altri ragazzi del film: trovare materia prima da portare a letto. Preferibilmente una tizia sexy. Oggi posso ancora rapportarmi con questi personaggi perché mi trovo nuovamente a condividere delle preoccupazioni comuni: mettere su una famiglia, avere un lavoro appagante e uno stipendio degno. Mi domandavo quindi qual è l'appeal di American Pie: Ancora Insieme per i teenager di oggi…

Sfortunatamente non penso di poter dare una risposta adeguata dato che all'età di trentatre anni ho ormai perso di vista cosa significhi essere un teenager e non ne conosco così tanti da sapere cosa passi loro per la testa. Ma se c'è una cosa che so è che i teenager di oggi hanno visto questi film che si sono trasmessi a questa nuovo pubbilco – a conti fatti siamo a una sola generazione di distanza – e quindi si trovano a loro agio con questi personaggi. Poi l'universalità dei temi trattati parla a ognuno in maniera diversa. Abbiamo avuto la possibilità davvero unica di mostrare il film in un paio di campus universitari. Io non ho partecipato in prima persona a questi tour, ma c'erano Jason Biggs e Seann William Scott e mi hanno detto che i ragazzi erano davvero contentissimi del film. E parliamo di ragazzi che hanno dai 18 ai 20 anni, quindi al tempo del primo American Pie ne avevano 8.

Secondo te il film raggiunge il perfetto bilanciamento fra elementi nostalgici e nuovi fattori comici?

Si penso proprio di si. E devo di nuovo tirare in ballo il lavoro svolto da Hurwitz e Schlossberg: sono riusciti a creare una sceneggiatura capace di raggiungere questo traguardo. Ma anche i miei colleghi hanno spinto gli elementi comici verso un nuovo livello, creando un'ottima variante all'interno di questo brand che amiamo. Sono davvero fiero del risultato finale che riesce a fondere tutti questi elementi nostalgici con dei momenti di grande comicità.

C'è un momento del film che mi ha fatto pensare che il mondo è davvero una piccola ostrica. Parlo di quel passaggio in cui avete un alterco col ragazzo di Kara e i suoi amici e vi domandate “Ma eravamo anche noi così stupidi a quell'età?” e poi Stifler usa il frigo portatile di quei tizi come…ci siamo capiti. Ho la stessa sensazione quando osservo i teenager di oggi e poi, quasi ogni week end, finisco per scoprire che uno dei mei amici ha combinato qualcosa di veramente, veramente idiota e immaturo, anche se divertente. Pensi che quelli della nostra generazione siano bloccati all'interno di una sindrome da “per sempre giovani”?

Non penso che siamo bloccati in una sindrome tipo Peter Pan. Più che altro sono convinto che per assistere a dei cambiamenti nelle persone ci voglia del tempo. La maturità è qualcosa che alberga sempre negli occhi ti chi guarda e si spera che non saremo mai abbastanza vecchi per riuscire a divertirci nella vita. Detto ciò, spero si possa avere la fortuna d'invecchiare abbastanza da avere qualche barriera in più messa dall'accresciuta maturità. Con American Pie: Ancora Insieme il messaggio è che per quanto le cose possano apparire differenti sono, in realtà, sempre le stesse. Nel primo film volevamo tutti perdere la verginità, e tentavamo di capire i meccanismi delle relazioni fra ragazze e ragazzi. In questa pellicola chiaramente non si parla di prime volte, ma siamo ancora alle prese con il sesso cercando ancora, al contempo, di capire questo enorme mistero del rapporto fra uomo e donna che è rimasto tale negli ultimi dieci anni.

Viste le passate esperienze sesuali del tuo collega Jason Biggs con le torte di mele, riesci ancora a mangiarle senza ridere?

(Risate, ndr.). Oh si quello si è trattato di un momento davvero esilarante. E' qualcosa che ci ha accompagnato negli anni e mi ha sempre fatto ridere anche perché le persone ne parlano inevitabilmente spesso. Il lato davvero notevole di quel passaggio nel primo American Pie è la sua iconicità, e non sarebbe accaduta senza la reazione, così realistica, che Jason Biggs ha avuto in quel momento nei pochi panni di Jim Levenstein. E' quello che la rende così spassosa. Penso che ci sarebbero stati almeno un migliaio di altri attori che avrebbero recitato quella scena cercando di essere sopra le righe, eccessivi, mentre Jason ha condotto tutto nei binari di un livello d'imbarazzo così radicato nella realtà con la quale tutti nei cinema si sono, probabilmente, misurati. Quando nel film lo ritroviamo di nuovo mezzo nudo, in cucina, senza i pantaloni alle prese con una situazione d'imbarazzo analoga non puoi non esclamare “Oh, no ancora”. Povero Jim! Però è davvero divertente.

Possibilità di un'altra Reunion?

Bella domanda! E' ancora tutto da vedere e la risposta è davvero fuori dalla mia portata, se capisci quello che voglio dire. Sono decisioni che arrivano da posizioni nettamente più alte della mia. Naturalmente spero proprio di ricevere un invito qualora ci dovesse essere un'altra festa.