Abbiamo partecipato alla conferenza stampa milanese di Monuments Man, il nuovo film diretto da George Clooney in uscita giovedì 13 febbraio in circa 400, praticamente in occasione del 70esimo anniversario della Battaglia di Montecassino, avvenuta il 15 febbraio del 1944.
 

All'incontro, condotto e moderato da Francesco Castelnuovo di Sky, erano presenti gli interpreti Dimitri Leonidas, Bob Balaban, Matt Damon, George Clooney, Bill Murray, John Goodman, Jean Dujardin, il produttore Grant Heslov nonché un vero Monuments Man ancora in vita, quello su cui si basa il personaggio di Leonidas.

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Domanda per tutto il cast: Monuments Man è un film che tratta una vicenda praticamente sconosciuta a noi stessi europei che siamo al centro del tutto. Lo era anche per voi? Come avete conosciuto il vostro personaggio?

Goodman: Non sapevo nulla della loro esistenza, fuori dallo script. Il mio personaggio proviene dalla mia stessa città, c’era una sua scultura sua che conoscevo, ma la storia in sé non la sapevo così bene.

Murray: Sapevo solo quello che mi aveva raccontato Clooney, ma non che fosse stata una cosa sistematica. non avevo idea che alcune opere non fossero state ancora recuperate.

Clooney: Avevo visto qualche film, ma è stato Grant a darmi tutte le informazioni dopo aver letto il libro. Non avevo idea del motivo per cui none era stata ancora raccontata ad alta voce e a tutti, era una grande opportunità.

Damon: Anche io non ne avevo idea, il mio personaggio è basato su un uomo vero e come gli altri Monuments Men ha rischiato la vita per l’arte. E’ stato un onore.

Balaban: Non sapevo nulla, e in particolare non sapevo che Hitler voelva distruggere tutto, e così ho pensato a quanto fossero stati eroici. Il mio personaggio era veramente esperto, come tutti i Monuments Men.

Leonidas: Ignoravo il tutto quando mi hanno ingaggiato ho letto il libro e poi mi ha scritto Harry, ho una sua lettera in cui mi parlava della sua vita. Il contatto diretto con un personaggio è veramente vantaggioso quando devi interpretare un qualcuno come lui. Quando hai una testimonianza diretta ti aiuta a capire il personaggio.

Per Bill Murray: Spesso l’abbiamo vista in ruoli molto particolari, come ha affrontato questo ruolo da classico film di guerra anche se con sfumature che ricordano un personaggio di Mash?

Murray: Preferirei parlare di film di Wes Anderson ma non sono bravo a tradurre, non ho capito bene. George mangia molto salutarmente, beve molto di più di Wes Anderson, Wes è piccolino, ma mangia enormi quantità di cibo come se dovesse morire domani. Perché è importante per me come attore? Perché almeno con George se bevi almeno sai come affrontare le riprese, mentre con Wes se mangi così tanto potresti morire. Wes fa film d’arte, e George fa film sull’arte e alla fine della giornata beve.

Per George Clooney: Si avverte una leggerezza nei dialoghi, ricorda Mash di Altman. Come ha lavorato alla sceneggiatura dopo aver letto il libro, soprattutto per quel che riguarda dialoghi goliardici?

Clooney: Quando abbiamo iniziato a lavorare al film io e Grant abbiamo tenuto presente che volevamo fare come quei film leggeri sulla guerra. Inoltre è un film sull’arte e vogliamo che il pubblico si diverta e lo apprezzi, quindi abbiamo tenuto presente questo concetto. Ma alla fine basterebbe semplicemente questo cast per vedere qualcosa divertente.

Per Clooney: Ha già fatto film su storie vere. Quanto spazio dà all’immaginazione?

Clooney: In Good night and Good Luck c’erano libri e descrizioni sui giornalisti, ma in questo film sapevamo che dovevamo essere accurati con i fatti storici, ma non propriamente sulle persone. Volevamo prenderci delle libertà come capita in tutti i film da Lawrence d'Arabia. Il flirt tra Matt e Cate… non c’è nella realtà, sono scelte che rendono più cinematografico tutto quanto. In generale, però, molte delle cose che sembrano surreali in realtà sono avvenute veramente.

Per Clooney: In le Idi di Marzo aveva diretto Philip Seymour Hoffman. Che ricordo ha della persona?

Clooney: Siamo una comunità, un gruppo di attori e filmmaker e lui aveva un ruolo centrale in essa. E’ molto triste, quando l’ho conosciuto era il cuore pulsante dell’arte della nostra comunità. Anche se non era protagonista spesso, in realtà finiva per essere centrale, e quando andava via lasciava un grande buco nelle scene e penso abbia lasciato un vuoto enorme nella nostra comunità.

Per Damon e Balaban: Il cuore del film è la difesa della cultura, ma conta di più la difesa della cultura o il sacrificio di una vita umana? Voi cosa ne pensate a riguardo?

Damon: è la domanda cui i Monuments Men hanno risposto con la loro vita. Devo dire che avendo passato la mattina a vedere l’ultima cena… all’inizio del film ci sono cittadini italiani che rischiano la loro vita per salvare l’ultima cena, è un ottimo esempio.

Balaban: sono tutti personaggi che non avrebbero potuto combattere, e che hanno servito il loro paese grazie alle loro abilità, non potevano fare i soldati. Quando salvi un’opera d’arte salvi l’essenza di una cultura, e loro non hanno salvato un’opera d’arte a caso, hanno salvato tante opere, una cultura.

Per Clooney e Damon : Cosa rappresenta questo progetto per voi, come uomini?

Damon: ho potuto lavorare con un regista con cui volevo lavorare, mi ha fatto bene per la carriera. Personalmente, mi sono sentito fortunato a raccontare una storia così importante che desse un messaggio così rilevante. Mi sento grato di aver fatto parte di un grande cast.

Clooney: Direi la stessa cosa. Pensavo che la storia dovesse essere raccontata; Hollywood ama fare film sulla seconda guerra mondiale, ma questa era una storia inedita. Inoltre lavorare con i miei amici mi fa sempre piacere.

Per Murray: Visto che Clooney e Damon sono amici, ci sono stati favoritismi nei confronti di Damon? E per Damon, qual è il bello e il brutto di lavorare con un amico?

Murray:  George ha fatto lavorare Matt con una donna. Favoritismo. Ma lei è bravissima e se avesse lavorato con noi sarebbe stato molto più carina e più brava. Non penso che come amico George abbia cercato Matt apposta. Molti di noi considerano George un buon amico più di quanto Matt lo consideri tale ora. Ora però vogliamo tutti lavorare con David O. Russell.

Damon: lavorare con un amico ti permette di non essere diplomatico, si risolvono i problemi più in fretta, mi dava degli appunti, dei consigli: “perchè non sei bravo come l’altro attore qui?” “intendi te?” “sì, ho consigli solo per te e non per me!” Ho imparato tantissimo a essere umile.

Clooney: ancora una volta imparerò che questa battuta non funzionerà quando verrà scritta sui giornali, e mi renderò conto di quanto sono idiota.

Damon: ok, tenete conto che george non mi ha mai trattato così.

Per Goodman: conferma quello che hanno detto sul set?

Goodman: Bill è vicino a me, quindi confermerò tutto quello che ha appena detto. E’ stato bellissimo girare il film insieme.

Per Grant Heslov: La storia di Monuments Men è in realtà molto, molto attuale. Non sono stati ancora trovati tutti i cimeli, a Washington c’è appena stata una conferenza mondiale in merito. Come si pongono i singoli governi riguardo a ciò, in particolare l’italia?

Heslov: Non s l’italia che posizione abbia

Damon: Magari verrà scritta un altro libro?

Robert Edsel (autore del libro alla base del film): Penso che l’italia dovrebbe affrontare la cosa per via delle esportazioni. Se l’Italia insisterà su questo punto, credo che però dovrebbe essere anche trasparente sui tesori che ha nei suoi musei che magari appartengono a qualcun altro. Persone prima di noi hanno rischiato la loro vita per salvare posti come il cenacolo, spero che il film sensibilizzi le coscienze di tutti a riguardo.

Per Leonidas: Lei è l’unico che ha conosciuto il "suo personaggio". Che tipo di rapporto si è instaurato tra di voi?

Leonidas: L’ho incontrato per la prima volta solo pochi giorni fa, ma grazie a una lettera che mi ha scritto ho preso contatti con lui e ho conosciuto la sua biografia. Come attore cerchi sempre di dare del tuo meglio in ogni film che fai, ma il fatto che ci sia qualcuno che vedrà la propria vita ritratta ti dà maggiore responsabilità, sono curioso di sapere come si sente vedendo la mia performance. E’ una storia incredibile, ma è tutta vera.
Clooney: parlando di accuratezza, Dimitry interpretava Harry, e Harry lasciò la Germania a 13 anni perché era un ebreo in pericolo. E’ andato a New York, è finito nell’esercito per combattere per il suo nuovo paese. In Germania non aveva il permesso di vedere un quadro di Rembrandt, ma poi riuscì a farlo durante la guerra.

Per Clooney: Nuove idee per progetti insieme ai suoi abituali collaboratori?

Clooney: No no, assolutamente, non lavorerò più con loro. Ho già lavorato con John nel 1988 in Roseanne, con Bill, ho visto Dujardin vincere un oscar, con Damon ho fatto 6 film, Bob lo conosco da sempre e ho appena conosciuto Dimitri. Grant e io siamo amici da 31 anni. Insomma, chissà, quando potrò lavorare con loro lo farò ancora. Tranne che con Matt.

Per Clooney: Oltre all’omaggio al passato c’è una riflessione sull’arte. Cosa ne pensa dell’incuria? E' a conoscenza delle polemiche sui nostri Musei, sulla cultura non esaltata come dovrebbe..

Clooney: se una una nazione ha problemi economici, la prima cosa che attua sono i tagli alla cultura. Non è una sorpresa insomma. Ma dovrete combattere tanto, non abbiamo fatto nulla per salvare i musei a Baghdad, ed è stato un disastro… Hitler non voleva solo rubare le opere, le aveva anche distrutte per cancellare la cultura oltre a uccidere le persone, come se non ci fossei mai stata una cultura collegata ad esse. Prima della tv e del cinema c’erano gli affreschi, ed è grazie a loro che sappiamo come eravamo una volta. Insomma, i quadri ci dicono chi siamo ed è importante per tutti. Soprattutto nei momenti di difficoltà, dobbiamo resistere e preservare le opere.

 

 



 

Tratta da una storia vera, la pellicola segue le vicende di un plotone della 2° Guerra Mondiale composto da direttori di museo ed esperti d'arte selezionati dal governo americano per localizzare e recuperare opere d'arte rubate dai Nazisti, riportandole ovviamente negli Stati Uniti.

Clooney guida un cast stellare che include Matt Damon, John Goodman, Bill Murray, Jean Dujardin, Hugh Bonneville, Bob Balaban e Cate Blanchett.

A co-sceneggiare il film assieme a Clooney anche Grant Heslov, suo fedele collaboratore dai tempi diGood Night and Good Luck.

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