Speciale a cura di Jacopo Iovannitti e Irene Rosignoli di Impero Disney

Vi dicono niente l’ouverture del Guglielmo Tell, dei proiettili d’argento e un cavallo bianco di nome Silver?  Dagli anni ’30 fino agli anni ’50 qualsiasi cittadino americano avrebbe sicuramente risposto “The Lone Ranger!”.

La figura del mitico cavaliere mascherato oggi è stata eclissata da altri eroi ben più famosi, ma all’epoca John Reid e il suo compagno Tonto erano dei veri e propri idoli per il pubblico americano.

Il Ranger Solitario, o il Cavaliere Solitario, come era chiamato nei primi adattamenti italiani, nacque come show radiofonico nel 1933. Fu protagonista di quasi 3000 episodi, e fu un immediato successo. Il plot di partenza era molto semplice: l’indiano Tonto salva da un gruppo di fuorilegge il Ranger John Reid, il quale si crea un alter ego mascherato con lo scopo di vendicare la morte del proprio fratello. A vendetta compiuta, il duo decide di continuare a cavalcare per la giustizia.

Il personaggio fece subito breccia nell’immaginario collettivo, non solo per le sue straordinarie avventure (introdotte dall’ epico annuncio: “Il Ranger Solitario cavalca ancora!”), ma anche per la sua morale ferrea, la sua onestà e la sua sete di giustizia. John Reid è infatti convinto che tutti gli uomini siano uguali, e che anche i criminali debbano avere la loro occasione di riscattarsi per le loro malefatte. Di conseguenza, non estrae mai la pistola per uccidere, ma solo per disarmare i suoi avversari, e consegnarli poi alle autorità. Essendo un eroe politically correct, inoltre, non fuma e non beve. Nei saloon al massimo ordina… un caffè.

Il successo del personaggio crebbe così tanto che dalla radio passò presto ad altri media: la televisione, con una serie composta da otto stagioni che andò in onda sul canale ABC dal 1949 al 1957, i romanzi, pubblicati fino al 1956, e i fumetti, dal 1948 in poi. Proprio nei comics della Western Publishing avvenne tra l’altro il crossover con l’altro mitico eroe del vecchio West, Zorro, nonché il curiosissimo spin-off con protagonista Silver, il cavallo del Ranger, con il titolo “Hi-Yo Silver, il Famoso Cavallo del Ranger Solitario”.

Il primo film dedicato al Cavaliere Solitario uscì nel 1956 e si chiamava semplicemente “The Lone Ranger”. Fu seguito da altre due pellicole per il grande schermo e da uno special televisivo nel 2003. Dimenticato per alcuni anni anche a causa dei flop degli ultimi adattamenti, il personaggio fu ripescato nel 2007, quando la Disney e Jerry Bruckheimer annunciarono di volerlo riportare al cinema. Al team di sceneggiatori che aveva già lavorato alla saga di “Pirati dei Caraibi” si aggiunsero poi Gore Verbinski alla regia e Johnny Depp nei panni di Tonto, qui il vero protagonista.

Non è la prima volta che la Disney si trova alle prese con questo personaggio. Per uno scherzo del destino, infatti, i diritti di The Lone Ranger sono passati per la Casa del Topo diversi anni fa,  e non sono mai stati sfruttati. Negli anni ’80 Michael Eisner, all’epoca amministratore delegato della Walt Disney Company, stava tentando di comprare il Disneyland Hotel. L’hotel era allora di proprietà di un’agenzia esterna, la Wrather Corporation, che curiosamente deteneva anche i diritti per il Ranger Solitario. Non riuscendo a portare a termine la trattativa, Eisner comprò in blocco tutta l’azienda, per poi rivendere le proprietà che non riteneva utili o necessarie, tra cui, appunto, il Ranger, che fu venduto alla Classic Media. Ironia della sorte, la Classic Media è stata recentemente acquistata dall’eterna rivale della Disney, la DreamWorks di Jeffrey Katzenberg, a cui Disney deve pagare i diritti per poter produrre il film.     

Un errore, ovviamente, a cui oggi la Disney intende rimediare creando un vero e proprio franchise. Non è un caso infatti che il progetto sia stato affidato al team che ha creato “Pirati dei Caraibi”, il cui incasso complessivo ammonta a quasi 4 miliardi di dollari, con un quinto episodio in arrivo nel 2015. L’intenzione è quella di realizzare una trilogia, ma il futuro della saga di “The Lone Ranger” dipende ovviamente dagli incassi del primo episodio. E dato il budget decisamente alto (a causa del quale il film rischiò, durante la pre-produzione, di essere definitivamente archiviato), saranno necessari ottimi risultati al box office: negli Stati Uniti l'esordio non è dei migliori, ma all'estero le cose potrebbero andare decisamente meglio.

Ecco alcune curiosità extra:

  • L’attore Clayton Moore, che interpretava il Ranger nella serie TV, non è mai stato visto senza la famosa mascherina nera che caratterizza il suo personaggio nemmeno fuori dal set.

  • Nonostante siano stati realizzati quasi 3.000 episodi dello show radiofonico, la figura di Tonto comparve per sole 11 puntate.  Le origini del suo nome dovrebbero venire dalla parola “Ojibwe”, che vuol dire “selvaggio” o “cambiato”. Come il cavallo Silver, anche Tonto fu protagonista della sua serie a fumetti, composta da 31 volumetti. Nel film di Verbinski, invece, l’indiano è il vero e proprio protagonista. Per volere di Johnny Depp, infatti, la sua figura si è evoluta e da semplice spalla è diventata centrale.
  • Il trucco di Tonto è ispirato al quadro “I Am Crow” di Kirby Sattler.
  • Johnny Depp ha per ¼ sangue indiano.
  • La parola “kemosabe”, che significa “amico fidato” ed è il nome con cui Tonto si rivolge al Ranger, deriva dal campo “Kee-Mo-Sah-Bee” situato a Mullet Lake, in Michigan.
  • Esiste anche una serie animata dedicata a The Lone Ranger: è composta da 27 episodi ed è andata in onda sull’emittente televisiva CBS. Rispetto alla serie originale, introduce elementi di fantascienza e un forte realismo.
  • Il cast si è allenato con la pistolera Keith Meriweather e con uno degli otto maestri di Yo-Yo, Steve Brown.
  • Le riprese sono state particolarmente faticose: oltre ai problemi di budget e al clima, con un escursione termica incredibile e passaggi climatici da tempeste di sabbia che arrivavano a 110 km/h a tempeste di neve, un membro della troupe è tragicamente annegato sul set.
  • Per Red, il personaggio di Helena Bonham Carter, sono state ideate ben 3 gambe d’avorio dall’illustratore Jim Carson, poi realizzate dall’artista intagliatrice texana Linda Capstone. Una di esse è stata munita dalla divisione effetti speciali di John Frazier di una canna di pistola mobile, fuoco, fumo e comandi pneumatici.
  • La Bonham Carter ha richiesto anche un paio di manette d’epoca, libri di medicina e osè del 1860 e frustini per il saloon di Red.
  • Per la sequenza in cui una locomotiva deraglia dai binari finendo pericolosamente vicino ai due protagonisti, è stata montata una vera locomotiva di oltre 11 tonnellate su una piattaforma girevole di quasi 2 tonnellate che, azionata da cavi, vorticava e si ribaltava giù per una rotaia di 4,5 tonnellate.
  • E’ stato mantenuto, ovviamente, il tema principale della serie originale: l’ouverture del Guglielmo Tell di Rossini, senza la quale il prode giustiziere non va mai alla carica.
  • Per celebrare l’uscita del film, la Disney Italia e l’autore Marco Gervasio hanno realizzato una parodia a fumetti chiamata “The Top Ranger” su Topolino 3005.