Before Watchmen: MinutemenCi sono operazioni fumettistiche che molti di noi faticano a capire e ad accettare, anche se in realtà i motivi per intraprenderle sono fin troppo chiari, splendenti dei riflessi luminosi sui simbolici dobloni che gli editori pregustano nell’annunciare serie che si intitolano, ad esempio, Before Watchmen. Sai che andrai a scontentare un sacco di gente, che stai giocando con storie e personaggi che, giusto o sbagliato che sia, sono diventate una sorta di religione per i fan. Ma sai anche che il richiamo sarà enorme e che, per quanto siano certe le polemiche, è certa anche la pubblicità che esse comportano.

A volte, però, essere gli autori e gli artisti che accettano l’incarico di rivisitare questi universi narrativi quasi sacrali mette in situazioni poco carine. Come nel caso di Darwyn Cooke, ottimo autore canadese, premio Eisner e rispettatissimo professionista che ai tempi si occupò di co-sceneggiare Before Watchmen: Silk Spectre e di scrivere e disegnare Before Watchmen: Minutemen, finendo nel tritacarne delle accuse su internet da parte di fan che gli imputarono scarso rispetto nei confronti di un’opera fondamentale come quella di Alan Moore. Cooke, rispondendo alle domande del pubblico, ha parlato dell’argomento durante la WonderCon di Anaheim di settimana scorsa.

Ammettiamolo, è un discorso delicato. Per la prima volta mi sono trovato dalla parte sbagliata dell’opinionismo via internet, accusato di essere il male. Facile pensare che quaranta persone con una tastiera rappresentino l’intero pianeta. Trovo che sia pazzesca l’abilità delle minoranze verbose di farsi passare per maggioranza, avere un effetto sull’opinione pubblica e addirittura sulla tua stessa opinione sul lavoro che fai. Qualunque cosa io dica oggi, mi arriverà addosso della merda, in un modo o nell’altro.

Ho sempre amato Watchmen come storia, ma non l’ho mai considerata la migliore di tutti i tempi. Non è mai diventato il mio Sacro Graal. Non credo di aver mai pensato in questi termini lavorando a Before. Questo ha fatto la differenza per un sacco di gente, che invece si aspetta che tu abbia quella prospettiva lì. Il fatto che tu non veda un certo fumetto con gli stessi loro occhi, per molti è davvero problematico.

Non ho mai speso nemmeno cinque secondi a pensare a quel che Alan Moore potesse pensare delle mie storie. Personalmente penso che Alan, forse, un giorno si volterà indietro e capirà che molte delle cose che dice e ha detto sul nostro ambiente e sui colleghi sono quantomeno dure. Quello che mi preme chiarire è che non penso che accettare l’incarico della DC di riscrivere storie nell’universo narrativo di Watchmen sia stata una mancanza di rispetto. Inoltre, ho detto di no alle loro offerte per due anni, perché non pensavo di avere nessuna storia all’altezza da raccontare. Quando invece è nata l’idea di base di Minutemen, non ho potuto resistere: credevo nell’idea e ci credo ancora. Peccato che non sia piaciuta.

 

 

Fonte: Comic Book Resources