Appassionato di ricostruzioni storiche (Vajont, Piazza delle cinque lune, Barbarossa), duro e puro dell'ideologia padano-cattolica, semiologo e regista che ama pensare il cinema in grande, Renzo Martinelli con 11 Settembre 1683 setta un nuovo standard per il cinema italiano.

Solitamente giudicato per le proprie idee, in antitesi con quelle in linea di massima propugnate dal nostro cinema e per nulla smussate, Martinelli viene archiviato come autore dall'ideologia aberrante, sorvolando sul semplicismo e il pressappochismo del suo cinema, che invece merita una trattazione diffusa. Perchè se il brutto classico che il cinema italiano ci presenta (il brutto mocciano, il brutto neriparentiano, vanziniano o ancora il brutto regionale) è sempre uguale a se stesso, intollerabile proprio per questo motivo, sciatto, ripetitivo, pigro e insolente nel riproporre sempre le medesime soluzioni, il brutto martinelliano è vitale, sempre diverso e sempre sorprendente.

11 Set...