C'è in Slow Food Story una qualità eminentemente personalistica che rivela attraverso le immagini le contraddizioni e i mutamenti dello scenario politico attuale.

Da un punto di vista cinematografico il film opera la medesima metonimia compiuta di continuo dall'associazione: scambia contenente e contenuto, brand e personalità. Si vuole parlare di Slow Food ma si racconta Carlin Petrini, si vuole narrare la storia di come si sia arrivati e cosa abbia conquistato un'idea e le sue molte applicazioni ma si finisce nel più canonico dei documentari biografico/agiografici. C'è insomma uno slittamento tra il nome collettivo e quello singolare e un culto della personalità che parlano in maniera molto adeguata di diversi aspetti della vita sociale e politica attuale.

Il documentario stesso non fa mistero di voler lasciar intravedere in trasparenza un'idea politica forte, lasciandola magari in sottofondo o ribadendone di tanto in tant...