La cosa migliore del cinema di Atom Egoyan è la paura del rapimento che pervade le sue opere, il terrore che possa accadere all'improvviso qualcosa che turbi tutto il turbabile e che non se ne vengano mai a sapere le ragioni o le cause ultime, nonostante anni di battaglie e sofferenza a cui si viene condannati. Dei rapimenti, degli omicidi e dei casi cardinali da giurisprudenza ad Egoyan piace indagare lo sgomento con cui le persone coinvolte vivono per anni. A braccetto con la giustizia ma mai davvero confortati.

Per questo a fronte dei nomi in cartellone e del richiamo qui il vero protagonista è il solo Ryan Reynolds, che tra tutti è il più martoriato. Non la solita mamma in pena quindi ma un padre con senso di colpa (è lui che ha lasciato per un paio di minuti la figlia di 10 anni in macchina il giorno del rapimento). E stupisce che proprio quest'attore solitamente incolore incarni bene la disperazione di un'odissea compiuta su e gi&ug...