C'è di nuovo lo sport ai massimi livelli (e di nuovo una storia vera) nell'ultimo lavoro di Bennett Miller che nel 2011 aveva dimostrato un tocco lievissimo, ma fermo e deciso riguardo gli obiettivi, nel mettere in scena la superba sceneggiatura di Aaron Sorkin in L'arte di vincere. Ora la gentilezza espressiva di Miller si rivolge al mondo dilettantisco di prima fascia, la lotta greco romana di livello olimpico. Non più lo sport delle grandi società appesantite da investimenti ingenti, sponsor e molta politica ma quello degli individui.

Se infatti L'arte di vincere era una sceneggiatura centrata sulla difficoltà di innovare all'interno di strutture grandi, potenti e diffidenti del nuovo, Foxcatcher è invece una storia di famiglia che ama indugiare sul delicato equilibro psicologico necessario per emergere. In entrambi la vittoria è un concetto molto relativo e mentre i protagonisti la associano unicamente al trionfo sporti...