Nell'altalenante filmografia di Luc Besson una cosa sola rimane certa, il regista dà il meglio di sè con il cinema criminale, i film di gangster e le storie para-neo-post-noir. Non è un caso infatti che Cose nostre, nonostante sia una commediola dai risvolti pseudotragici (qualcosa che guarda più ai lavori di Martin McDonagh come In Bruges o Sette Psicopatici che alle vere commedie), si presenti come il suo film più riuscito dai tempi di Leon (cioè dal 1994). Non è nemmeno un caso che dietro quest'agile commediola euro-americana ci sia come produttore esecutivo (leggi: ci ha lavorato davvero) Martin Scorsese.
Di Scorsese Cose nostre ha l'atteggiamento quasi nostalgico e amorevole con cui i criminali e quel tipo di sottocultura italoamericana viene dipinta (altro invece, specie nella parte di presa in giro bonaria, viene dal romanzo Malavita di Tonino Benacquista che è il testo di partenza), di Besson al contra...
Nel suo nuovo film Besson torna ad occuparsi di criminali, cercando di unire storia americana a tocco francese trasferendo stereotipi newyorkesi in un contesto da commedia francese...
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