Fissatissimo con le storie di poliziotti di Los Angeles, capace di indagarne azioni, volontà, vita privata e confini della violenza, David Ayer voleva girare un found footage movie, categoria di film che solitamente è applicata al genere horror, anche se già Chronicle e (parzialmente) Project X hanno rotto la regola, e invece è finito a girare un ibrido di stili e tecniche diverse.
I protagonisti sono due poliziotti, ripresi dalle camere di servizio (quelle sul cruscotto dell'auto) e dalla videocamera digitale di uno dei due, di servizio a Los Angeles in diversi quartieri, sempre in periferia, sempre in contesti duri. Il film ne racconta la scalata, i successi, le operazioni rischiose ma finite bene al pari della vita privata con figli, matrimoni ecc. ecc. Fino a che non comincia anche a raccontare l'altro lato, cioè l'organizzazione dei criminali per far fuori questi due poliziotti sempre al centro dell'attenzione.
Passando dal sudd...
Non il solito poliziesco ma un viaggio manicheo dentro le vite di due poliziotti di Los Angeles. Peccato per la sfacciata morale, ma complimenti per le scelte stilistiche!
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