Se c’è un film della Disney degli anni ’90 capace di entrare senza problemi nel novero dei classici del grande studio di animazione è senza dubbio Il Re Leone.
La sua riproposizione in 3D, seppur spinta da ragioni commerciali (massimo risultato con uno sforzo economico piuttosto limitato: i quasi cento milioni di dollari di incasso negli States lo dimostrano), dall’altra offre senza dubbio un’ottima occasione al pubblico di vedersi o rivedersi sul grande schermo (rimasterizzato in digitale, non solo in 3D) un capolavoro che non risente degli anni e commuove ed emoziona come sempre. E non c’è niente da fare, certi film, visti al cinema, hanno tutto un altro sapore e non solo per la qualità dello schermo, ma per l’idea stessa che fa della proiezione collettiva uno strumento di aggregazione ed identificazione reciproca (“io e te, sconosciuto seduto tre file avanti a me, piangiamo, ridiamo e ricanticchiamo Hakuna Matat...
Abbiamo visto in anteprima al Festival di Roma il Re Leone 3D: spettacolare sì, ma i dubbi sulle riconversioni in 3D restano...
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