La parte più interessante della vita di Linda Lovelace è che la più nota e importante attrice porno della storia del cinema ha fatto parte di quell'industria per soli 17 giorni, ma tanto è bastato a cambiare la sua vita e quella di quel genere.
Il punto di vista che i documentaristi Friedman ed Epstein decidono di adottare però è quello della donna sfruttata, dipingendo una Linda Lovelace incapace di prendere vere decisioni e sballottata tra il marito violento, i genitori bigotti e un business ovviamente spietato, come se il porno fosse arrivato dall'alto, come fosse un elemento neutro della storia e non il vero protagonista.
Molto del film viene quindi dalla biografia della stessa Lovelace come si capisce, una storia a senso unico che, tutta concentrata sulla vittima, dimentica di narrare questo tassello fondamentale del processo di liberazione sessuale sociale (eppure nel film lo si ripete spesso). E anche quando nel film entra il po...
Un biografico così attento a sottolineare la natura di vittima della sua protagonista da dimenticare che l'argomento trattato è molto più importante...
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