Fissato con il concetto di "favola" (aveva definito così anche Gomorra, aggiungendo l'aggettivo "nera"), consacrato ad un cinema che paradossalmente imita il teatro nel suo "accadere live" e appassionato di luoghi, corpi e professioni dei suoi personaggi Matteo Garrone è un regista davvero imprevedibile, eppure con Reality firma il suo film più prevedibile.

La storia gira dalle parti dell'influenza delle aspirazioni indotte nella vita dei singoli, dell'infrangersi dei sogni e va a parare sui temi della pazzia e della superstizione. Insomma introduce un po' di banalità in una confezione che rimane sempre e comunque straordinaria, fatta di luoghi sorprendenti (quell'Acquafan…), fisici martoriati dalla realtà della vita (si potrebbe descrivere ogni suo personaggio solo spiegandone il corpo) e una composizione delle inquadrature che, quando non è improvvisata, suggerisce il più raffina...