Il fantasma di Cannibal Holocaust è presente da sempre nella filmografia di Eli Roth, epigono tarantiniano (senza la sua genialità), figlio del cinema exploitation italiano e non, amante del sangue e del gore e infine autore di film dalla scarsissima maestria tecnica e dall'elevatissimo tasso di violenza.

Motivo quest'ultimo che gli è valsa una popolarità di nicchia.

The Green Inferno prende di petto il film di Deodato, lo replica programmaticamente (a partire già dalla prima inquadratura, una ripresa aerea della foresta nel suo verde splendore con in sottofondo il tema musical del film, come una dichiarazione d'intenti), sostituendo pochi tasselli in modo da evitare il found footage, che oggi fa genere a sè, e perseguendo l'ossessione del regista per gli americani fuori dall'America.

La storia mette degli attivisti ecologisti appartenenti allo strato opulento e chic della società americana in mezzo alla foresta, an...