Discutere del livello di originalità di Shadowhunters sarebbe inutile e pretestuoso. Il film, è evidente, è derivativo al massimo da tutto quanto pare abbia funzionato nel cinema hollywoodiano per ragazzi degli ultimi anni (anche il suo essere saga letteraria e ora, forse, filmica viene dal successo di altri prodotti). Ciò che semmai vale la pena sottolineare è che a differenza di esperimenti simili il film di Harald Zwart è tanto carino quanto impalpabile.

La declinazione cinematografica di questo urban fantasy segue la moda del ritorno (moderato) degli anni '50, come già Beautiful Creatures, per mettere in scena un universo di riferimento molto diverso a quello cui siamo abituati, preso in dinamiche che ben conosciamo.

Poeti, scrittori, figure maschili emaciate e una protagonista femminile messa in una posizione non piacevolissima sono i principali motivi di stupore, i principali scarti rispetto al resto della produzione sul gener...