Lavoratori che perdono il lavoro, che fanno lavori che non gli piacciono, che accettano situazioni ingiuste o che aspirano senza speranza e scappano in moto, per arrivare infine ai precari nella definizione più canonica. Paolo Virzì e Francesco Bruni hanno sempre parlato in qualche maniera del lavoro nei loro film, anche quando questo non è al centro della trama. Meno hanno parlato invece d'amore, sebbene come in qualsiasi film che si rispetti, questo è uno degli elementi che servono a mandare avanti la trama e a generare intrecci. Accade quasi sempre nel loro cinema ma è particolarmente evidente in Tutta la vita davanti, dove le storie d'amore e gli affari di sesso generano tutte le svolte del film senza esserne mai il cuore pulsante e sentimentale (che invece, ancora una volta, è il lavoro).
Tutti i santi giorni invece, partendo dal libro La generazione (di Simone Lenzi, cantante dei Virginiana Miller) e tradendolo abbondantemente, r...
Melodrammatico senza bisogno del dramma, amabile senza mai essere ruffiano, sentimentale senza bisogno di tragicità. Il nuovo Virzì è il film italiano che agli altri italiani non riesce mai...
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