Musica da camera per drammi da camera. Yaron Zilberman scrive e dirige una piccola opera di umanità per sineddoche. La metafora che fa da ossatura al film la spiega inizialmente Christopher Walken (e nonostante la spiegazione esplicita in faccia allo spettatore non sia mai il massimo stavolta il racconto è così ben scritto da essere tollerabile): l'Op.131 di Beethoven è un quartetto in 7 movimenti pensato per non avere pause, il problema nell'eseguirlo è che dopo un po' gli strumenti si scordano dunque o ci si ferma andando contro la volontà dell'autore o si procede senza pause cercando di aggiustarsi a vicenda mentre si avanza.

I protagonisti sono i membri per l'appunto di un quartetto e uno molto famoso, tra i più noti e apprezzati al mondo, con una ventina d'anni di successi alle spalle. Quando uno di loro annuncia agli altri che gli è stato diagnosticato il parkinson e quindi il prossimo concerto (prop...