Lo diceva Morando Morandini che il peggior cinema è quello che incrocia le ambizioni più alte con la realizzazione più bassa (parafraso a memoria, il concetto era quello), e lo mette in pratica Rocco Papaleo, benedetto come regista dal successo di Basilicata Coast to Coast e ora crollato sotto il peso di un film che vuole essere cinema audace, politico, narrativamente decostruito, schierato e coraggioso ma finisce per essere solo noioso, sciatto e privo di qualsiasi interesse.
Quello che Una piccola impresa meridionale vuole affrontare è la dicotomia più raccontata dal cinema italiano degli ultimi 20-30 anni (e forse anche quella raccontata peggio), ovvero il contrasto tra i grandi mutamenti sociali e tecnologici degli ultimi anni (più quelli derivati dall'incrocio di questi due ambiti) e il forte tradizionalismo del sud Italia. La spinta avanti individuale contrapposta al freno del pensiero sociale dominante...
Dopo un esordio alla regia senza pretese e riuscito nel suo piccolo, Papaleo alza il tiro senza però avere la capacità di raccontare le complessità che mette in scena...
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