La crescita d'interesse intorno alla figura del cantante o del canto in generale creata dalla televisione (sia tramite talent show che tramite serie come Glee) fuoriesce finalmente al cinema, stranamente riluttante a reagire alla domanda (non era andata così con il ballo di strada). Non a caso anche l'adattamento italiano sottolinea la vicinanza tematica (e di pubblico) tra questo film e la tv riprendendo il titolo di una trasmissione al posto del più specifico originale (il consueto gioco di parole tra acuto perfetto e provino perfetto, Pitch Perfect).
L'idea dietro Voices dovrebbe essere di aderire in pieno al tema con la trama, un ambito college in cui gruppi di studenti rivaleggiano (come Glee), intorno a campionati di canto a cappella, e invece prenderne distanza con la sceneggiatura, cercando contemporaneamente di essere dentro e fuori il piccolo mondo del canto, sfruttarne il richiamo ma prendendolo anche in giro. Rimestare nel televisivo ma distanzia...
Al college diversi gruppi di canto a cappella si sfidano, con numeri musicali e coreografie, arrivando fino ai campionati nazionali. No, non è il film di Glee...
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