Che non ci si trovi di fronte ad un film ordinario è chiaro fin dai primi minuti. Quando la banale storia d'amore tra una ragazza e un ragazzo conosciutisi all'università è raccontata attraverso la voce fuoricampo di una figlia dei due, con una partecipazione e insieme un lieve senso di affetto verso il ricordo della vita da giovane della madre che costituiscono un'esperienza filmica inedita. Vedere qualcosa, sinceramente, attraverso lo sguardo e le sensazioni di uno dei protagonisti sarà infatti la cifra di Wolf Children per tutto il resto di un film che, dalla storia d'amore dei genitori arriva a raccontare (sempre con voce fuoricampo) la nascita e la formazione dei due figli nati da quell'amore, il remissivo Ame e l'espansiva Yuki (la maggiore è la voce narrante).

Se ai più attenti e documentati il nome di Mamoru Hosoda non suona nuovo (grazie a La ragazza che saltava nel tempo), per tutti gli altri sarà una s...