Qualunque regista o sceneggiatore con ambizioni commerciali desidera fare film con un gran ritmo. Esiste però un limite, un confine oltre il quale si finisce nel sovraeccitato e caotico, oltre il quale il film non appare più coinvolgente ma malsano. Quella è la "zona Scorsese".
Una parte della filmografia di questo incredibile cineasta è dedicata al caos, alla frenetica rappresentazione di un'interiorità distrutta, quasi sempre a causa delle droghe (sempre eccitanti e mai rilassanti) e del devasto personale, una rappresentazione formale di quella che è (per l'autore) la caratteristica saliente di una certa condizione umana, quell'abisso che ama guardare con timore. E' l'ambizione smisurata di non mostrare l'eccitazione della droga ma di comunicarla con la messa in scena. The wolf of wall street è così.
Benchè tutti sappiamo che è una storia di finanza, di eccessi e di ricchezza, l...
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