“C’è qualcosa nel mio passato e per questo merito di morire”.

A partire da questo click nel cervello dei protagonisti nascono film come Saw – L’Enigmista e adesso Escape Room. In fondo anche Final Destination, con il suo spunto fuori dalla grazia di Dio (per via di un sogno premonitore una classe di studenti non sale su un aereo destinato ad esplodere, quindi elude la morte, ma da quel momento la morte stessa li insegue per farli fuori in maniere casuali e imprevedibili), era centrato sul saldare un conto in sospeso ed evitare una morte decisa dall’alto.

Se non fosse che il cinema americano è molto raramente cattolico (quasi mai nel caso degli studios e degli autori losangelini) ci sarebbe da ipotizzare la classica struttura peccato/espiazione/redenzione alla sua base, invece è qualcosa di più. È l’eredità di Il giustiziere della notte. Senza prendersi troppo sul serio e con il fine primario di divertire più che di scuotere le coscienze, tutti questi film, incluso Escape ...