È molto difficile per me scrivere qualcosa in memoria di Terry Jones perché l’uomo in sé eludeva completamente il concetto di commemorazione per non dire celebrazione. E questo è qualcosa di inerente al modo stesso di vedere la vita, e la morte, dei Monty Python ovvero essere dannatamente seri ma non prendersi mai sul serio.

Lo ricordo come una creatura estremamente eclettica, capace di passare da Bertolt Brecht alle fiabe per bambini, dalla Storia con la S maiuscola, che lo appassiona fin da adolescente, al polemismo politico in età matura con i suoi sferzanti articoli per The Guardian in cui definiva Tony Blair “il cane di George W. Bush” ai tempi della Guerra in Iraq del 2005.

Era l’intellettuale dei Monty Python? Sì. Da piccolo in Galles voleva fare il poeta, poi da grande ad Oxford metteva in scena Bertolt Brecht, quando era capellone e sciupafemmine e Michael Palin se lo ricorda “sempre abbronzato”, scrivendo contemporaneamente uno sketch sull&...