Esce oggi nei cinema italiani 1917, il film di Sam Mendes che si appresta a essere uno dei protagonisti della prossima notte degli Oscar forte delle sue dieci nomination.

La pellicola, come in molti sapranno, è stata girata e montata per apparire come un unico piano sequenza.

Grazie alle informazioni riportate nel pressbook della pellicola possiamo scoprire una serie di interessanti dettagli su questa particolare scelta stilistica adottata da Sam Mendes per 1917.

Coinvolgente, viscerale, senza interruzioni: le riprese di 1917 di SamMendes

La tecnica di Mendes che cattura la storia in tempo reale con un’unica ripresa continuativa, consente al pubblico di affiancare i personaggi e di immergersi nel loro viaggio turbolento. Va chiarito il fatto che 1917 non è stato girato in un’unica ripresa, ovviamente, ma attraverso una serie di riprese lunghe e ininterrotte che sono state successivamente collegate fra loro in modo da sembrare un’unica ripresa. Poiché non ci sono tagli nelle scene, lo spettatore sperimenterà la vicenda proprio come Schofield e Blake, che non possono voltare le spalle alla missione che li attende. Nonostante Mendes avesse già girato la scena d’apertura di Spectre come una sequenza continuativa, girare un film intero in questo modo è stata un’esperienza nuova anche per lui. “Non avevo mai vissuto la situazione in cui la scena che avrei girato il lunedì successivo, sarebbe stata esattamente quella che avrei visto successivamente nel film”, spiega Mendes.

In questo modo, il pubblico percepisce una sensazione autentica e tangibile dell’esperienza vissuta da questi ragazzi. “La ragione per cui ho scelto di lavorare così, è legata al desiderio di raccontare questa storia in tempo reale”, dice Mendes. “Il senso della distanza percorsa è molto importante. Ma è anche una decisione emotiva che spero crei una connessione ancora più forte con il viaggio dei due protagonisti. Volevo che il pubblico percorresse ogni passo del viaggio insieme a loro, che sentisse ogni loro respiro. Non è stata una decisione presa in un secondo momento. È nata insieme all’idea della storia: lo stile, la forma e i contenuti sono stati stabiliti contemporaneamente. La narrativa è stata costruita in modo che ogni secondo del film si collochi all’interno di una narrazione continuativa e ininterrotta”.

Mendes e il premio Oscar® Roger Deakins (che oltre ad aver vinto la prestigiosa statuetta, ha ottenuto altre 14 candidature agli Oscar®) hanno lavorato insieme in Jarhead, Revolutionary Road e Skyfall, e sono quindi professionalmente molto affiatati. “Dal primo momento in cui ho condiviso con Sam l’idea di un film realizzato attraverso lunghe riprese non ripetibili, sapevo che avrebbe dato vita a un’esperienza completamente immersiva”, spiega Deakins.

Dovendo girare riprese uniche, durante i quattro mesi di prove è stata stabilita la struttura delle scene, nonché la dettagliata disposizione dei set. Quando hanno deciso come far muovere gli attori all’interno dello spazio, nelle varie scene, è stata tracciata una mappa esatta dei movimenti della macchina da presa”.

Il direttore della fotografia chiarisce meglio questo metodo. “Qualche volta bisogna stringere, altre volte invece è necessario allargare l’immagine per vedere i personaggi all’interno del loro spazio, del paesaggio”, dice Deakins. “Abbiamo lavorato per ottenere un equilibrio rispetto alle inquadrature. Prima di tutto lo abbiamo immaginato, poi Sam provava le scene, quindi disegnavamo gli schemi e un vignettista forniva diverse opzioni sulla base delle nostre idee. Quando abbiamo provato con gli attori, lo schema è stato definitivamente stabilito”. 1917 Sam Mendes

Il regista riflette che le riprese standard consentono sempre una via d’uscita, con cambiamenti e modifiche sul posto. “Di solito si pensa ‘Poi questo lo tagliamo, oppure accorciamo questa scena, o magari la eliminiamo completamente’”, spiega Mendes. “In questo film però non era possibile lavorare così. Non c’era una via d’uscita, quel che veniva girato era definitivo. I movimenti della macchina da presa e dei tecnici dovevano essere coordinati con il lavoro degli attori. Ma alla fine, il risultato è stato esaltante. È stata necessaria un’immensa pianificazione e un’enorme abilità da parte degli operatori”. Deakins spesso ha affiancato l’assistente alla macchina da presa e il tecnico delle immagini digitali all’interno di un piccolo furgone bianco, per manovrare la cinepresa da postazione remota, anche quando veniva trasportata. Non è stato facile attraversare vasti territori con la macchina da presa. “Qualche volta la macchina veniva agganciata a un cavo e trasportata da un cameraman”, spiega Mendes. “Poi veniva liberata, e l’operatore la portava a bordo di una piccola jeep per percorrere qualche centinaio di metri; poi scendeva dalla jeep con la macchina da presa, e si appostava da un’altra parte”.

La pianificazione del film e delle singole scene è stata fondamentale ma questo non significa che i filmmaker e il cast fossero eccessivamente rigidi nel loro approccio.

Poiché il film è stato girato in un’unica ripresa, prevalentemente all’esterno, Deakins ha fatto affidamento il più possibile sulla luce naturale, il ché significa che il film era nelle mani di Madre Natura tanto quanto in quelle dei filmmakers. Poiché i raggi del sole spesso generano ombre non sempre ottimali per le inquadrature, e dato che la variabilità climatica di quei luoghi non avrebbe assicurato continuità nelle immagini, la produzione ha stabilito di girare solo quando il cielo era coperto.

Nessuna location appare due volte in 1917, quindi la macchina da presa si muove costantemente attraverso il paesaggio. “Essendo il film girato quasi tutto all’esterno, dipendeva molto dalla luce e dal clima”, dice Deakins. “Fin dall’’inizio ci siamo resi conto di non poter usare troppa luce artificiale per illuminare le scene. Quando gli attori corrono lungo una trincea e si muovono a 360 gradi, non c’è modo di piazzare le luci da qualche parte. Poiché abbiamo girato il film seguendo le scene in ordine cronologico, dovevamo girare sempre quando era nuvoloso, per ottenere continuità fra le varie scene. Quando c’era il sole e non potevamo girare, ne approfittavamo per fare le prove”.

Per il regista, la cosa più importante era l’impegno di tutta la produzione. “La totale dedizione di tutti i partecipanti, è stata la condizione essenziale per poter girare 1917”, dice Mendes. “Volevo che tutti si rendessero conto delle difficoltà affrontate dai due protagonisti”.

I suoi colleghi concordano nel dire che il film è stato per tutti una vera e propria esperienza. “Fino a quando non vedi gli attori sullo schermo”, dice Deakins, “non ci si rende conto di quando sia immersivo e fino a che punto la tecnica utilizzata dai filmmaker riesca a coinvolgere completamente lo spettatore”.

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