C’è una scena in Lo Squalo che ha un carattere diverso dagli altri e questo perché l’ha scritta un’altra persona.

Non sta nel romanzo di Peter Benchley e non è stata scritta da Carl Gottlieb che quel romanzo l’ha adattato per Steven Spielberg. È il monologo di Quint, il pescatore duro e avido interpretato dal grandissimo Robert Shaw. Quel monologo che fuoriesce da una gara di cicatrici che i tre imbarcati alla ricerca del mostro imbastiscono in una notte durissima, parte dalla cicatrice che mostra Quint e finisce a raccontarne il naufragio dell’U.S.S. Indianapolis, un fatto vero, avvenuto durante la seconda guerra mondiale, e di come i suoi sopravvissuti siano rimasti in vita in un oceano pieno di squali.

Lo Squalo è un western camuffato. Non ci sono cavalli, non ci sono indiani e non c’è nemmeno la sabbia o il deserto. Ma c’è uno sceriffo che con un cacciatore di taglie e un esperto si avventura lontano dal villaggio, armato di pistola al cinturone, per prendere la minaccia che sta fa...