Sono ormai mesi che si parla della possibilità che allo scadere dell'accordo di otto anni che lega a filo doppio la Warner Bros. e la Legendary Pictures quest'anno la casa di produzione di parecchi successi tra cui le trilogie di Una Notte da Leoni e del Cavaliere Oscuro, e L'Uomo d'Acciaio, decida di lasciare la major.

Thomas Tull, il CEO della Legendary, ha due mesi di tempo per deciderlo, e pare si stia incontrando con dirigenti di Warner, Sony, Fox e NBC Universal (controllata da Comcast) per stringere un nuovo accordo. Secondo le indiscrezioni pubblicate da TheWrap, in particolare, al momento in prima posizione vi sarebbe la NBCU, e "l'accordo potrebbe essere chiuso entro la fine della settimana": la partnership includerebbe la distribuzione da parte della Universal dei film prodotti dalla Legendary (un esempio recente è Pacific Rim, primo vero e proprio progetto "in house" di Tull), il co-finanziamento di film della Universal e un accordo televisivo. Tull si sarebbe incontrato già due volte con Steve Burke della NBCU, anche se ovviamente è presto per parlare di accordo fatto e finito.

Si tratterebbe comunque di un'ottimo affare per la Universal, che sottrarrebbe una fonte importante di progetti alla rivale Warner. Va detto che la Legendary, recentemente, è stata anche responsabile di alcuni flop per la Warner, incluso Il Cacciatore di Giganti.

 

 

Nel frattempo proprio ai piani alti della Warner Bros. si sta consumando la riorganizzazione finale. A farne le spese uno dei dirigenti più acclamati e potenti della storia recente della compagnia, Jeff Robinov, che si trova sempre più in difficoltà da quando l'ex capo della divisione Home Entertainment Kevin Tsujihara è stato nominato CEO (e prossimamente Presidente del Consiglio di Amministrazione) al posto suo. Negli ultimi giorni le indiscrezioni che volevano una sua dipartita dalla compagnia sono diventate realtà: Variety spiega che i legali della Warner Bros. stanno cercando valutare cosa costerebbe di più, se trovare un accordo "amichevole" di uscita per il dirigente 54enne (con una grossa buonuscita) o se licenziarlo direttamente (pagando delle penali, visto che il suo contratto scade a dicembre).  Robinov ha fatto sapere che la Warner si trova già adesso in violazione contrattuale.

Con l'addio di Alan Horn e lo scadere dell'incarico di amministratore delegato di Barry Mayer (poltrona alla quale puntava e che invece è andata a Tsujihara), Robinov, abituato a gestire in maniera molto autonoma il lato produttivo della Warner, è stato costretto a riportare direttamente a Tsujihara, cosa che ha creato non poche tensioni. Nelle ultime settimane Tsujihara e Jeff Bewkes (CEO e amministratore delegato di Time Warner) hanno messo Robinov in una sorta di "cono di silenzio" per provocare il suo allontanamento, in modo da impostare un triumvirato nella dirigenza dello studio: a sostituirlo dovrebbero esserci Sue Kroll (presidente worldwide marketing), Dan Fellman (presidente domestic distribution) e Greg Silverman (presidente di produzione), che riporteranno direttamente a Tsujihara.

Il punto è che Robinov, nonostante comportamenti poco ortodossi (pare abbia sbattuto il telefono in faccia a Bewkes all'annuncio che Tsujihara era stato scelto come successore di Mayer) e la tendenza a gestire sia l'aspetto business che quello creativo della compagnia, ha avuto diversi meriti nella storia degli ultimi dieci anni della Warner Bros.: dalla ristrutturazione della DC Comics (trasformata nella DC Entertainment, con a capo Diane Nelson) al rapporto con registi come Ben Affleck (sul quale Robinov ha creduto, portandolo all'Oscar), Baz Luhrmann (che Robinov ha supportato per Il Grande Gatsby) e soprattutto Christopher Nolan, che è così legato a Robinov da aver insistito personalmente per coinvolgere la Warner nella distribuzione di Interstellar. Questo non renderà certo semplice la sua dipartita.