Rowan Atkinson contro la cancel culture: "L'equivalente digitale delle folle in cerca di qualcuno da mettere al rogo"

Rowan Atkinson ha detto la sua in merito a un tema molto dibattuto oggigiorno, per lo meno in rete: la cultura dell'annullamento

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In un'intervista rilasciata a Radio Times (via Variety), Rowan Atkinson ha detto la sua in merito a un tema molto dibattuto oggigiorno (per lo meno in rete, nel "mondo reale" resta da vedere quanto sia effettivamente sentito): la cosiddetta cancel culture, la cultura dell'annullamento.

Come riassume efficacemente Wikipedia, con l'espressione s'intende "una forma moderna di ostracismo nella quale qualcuno viene spinto fuori da cerchie sociali o professionali - sia online sui social media, che nel mondo reale, o in entrambi.Questa pratica è intesa come lo "smettere di dare supporto a una determinata persona. L'espressione cancel culture ha perlopiù connotati negativi e viene comunemente usata nei dibattiti sulla libertà d'espressione come tendenza estremizzante del politically correct. Spesso si usa relativamente a figure pubbliche, ma anche aziende e film, dopo che hanno fatto o detto qualcosa considerato discutibile o offensivo, in forma di protesta e boicottaggio. Spesso la cancel culture si manifesta verso opere d'ingegno del passato, come libri e film, sentite portatrici di valori deprecati e talvolta offensivi, togliendole dal contesto in cui sono state ambientate o scritte".

Sulla questione, Rowan Atkinson si è così espresso:

Il problema che si riscontra online è che c'è un algoritmo che decide cosa vogliamo vedere, una cosa che finisce per dare origine a una visione semplicistica, binaria della società. E diventa tutto un caso di "o sei con noi o sei contro di noi". E se sei contro di noi, meriti di venir cancellato. È importante essere esposti a un ampio spettro di opinioni, mentre quello che abbiamo oggi è l'equivalente digitale delle folle medievali che andavano in giro in cerca di qualcuno da mettere al rogo. È spaventoso per qualsiasi vittima di questa "mafia online" e mi riempie di angoscia per il futuro.

Inevitabile anche una considerazione su una delle sue creature più celebri, Mr. Bean, che Rowan Atkinson ha interpretato in TV e al cinema dando origine a una maschera amata in tutto il mondo:

Non mi piace molto interpretarlo. Il peso della responsabilità è notevole. È stressante ed estenuante e non vedo l'ora che finisca. Ma dato che abbiamo fatto una serie animata, siamo nelle fasi iniziali dello sviluppo di un film animato. Per me è più facile interpretare Mr Bean a livello vocale che fisico.

Rowan Atkinson si mostra decisamente più propenso a tornare nei panni di un altro celeberrimo personaggio, Blackadder, interpretato nell'omonima serie TV che ha furoreggiato soprattutto in Gran Bretagna:

Se devo essere onesto, non mi piace alcun processo creativo, con una sola eccezione rappresentata da Blackadder. Principalmente perché la responsabilità di rendere quella serie così incredibilmente divertente ricadeva sulle spalle di più gente, non solo sulle mie. Ma va anche detto che Blackadder era figlia dell'energia creativa che avevamo negli anni ottanta. Replicarla 30 anni dopo non sarebbe semplice.

Qua sotto potete trovare la nostra intervista con Rowan Atkinson fatta durante la promozione stampa di Johnny English Colpisce Ancona:

Cosa ne pensate delle considerazioni di Rowan Atkinson? Ditecelo nei commenti!

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