Fonte: Badtaste.it

Un Hugh Jackman decisamente pimpante e in forma quello visto oggi a Roma, dove, assieme al regista Gavin Hood, ha presentato X-Men Le Origini: Wolverine. Decisamente, le varie vicissitudini della lavorazione e soprattutto lo scandalo della copia pirata uscita fuori due settimane fa non sembrano aver minato il suo umore.

Ecco cosa hanno detto i due alla conferenza:

Hugh Jackman: è stato straziante vedere uscire la copia pirata del film. Per una persona che ha visto come nello studio si lavorasse 24 ore al giorno, con le persone che non dormivano per portare a termine il loro lavoro negli ultimi tre-quattro mesi, è veramente una sofferenza. Personalmente, non sono informato sulle indagini per trovare il colpevole, ma spero che questo avvenga presto. Quello che invece abbiamo amato è stato il supporto inequivocabile della comunità online, per cui almeno il 95% dei siti si sono espressi molto negativamente a proposito di questo fatto. Credo che sia stato uno spartiacque e di questo sostegno sono molto felice. Il problema ovviamente non riguarda soltanto Wolverine, ma tutto il cinema, perché è brutto che un lavoro duro venga sminuito in questo modo. Sono sicuro comunque che i fan andranno a vederlo, perché sanno che questo tipo di blockbuster estivi vanno ammirati sul grande schermo. Non sono comunque in grado di fare previsioni su quanto la copia pirata possa fare danni al botteghino, perché sono l'ultima persona a essere competente in materia di box office.

Jackman: Quando ho interpretato e mi sono preparato per la prima volta al ruolo, entrando nell'universo degli X-Men, ho pensato che Wolverine avesse tante caratteristiche simili a Tyson, Mad Max e a Callaghan. Si tratta di un archetipo classico del grande schermo, una brava persona che però non è sempre gentile, con dei lati difficili e decisamente spigoloso. Fin dal nostro primo incontro, ho detto a Gavin Hood che non volevo che fossimo indulgenti, ma che dovevamo spingerci più in là col personaggio. Noi abbiamo avuto la fortuna di avere dietro alla macchina da presa questo premio Oscar e lui ha capito bene l'importanza della mia interpretazione in questo film, considerando che siamo passati da una serie con più protagonisti a una pellicola incentrata su Wolverine. Così, mi sono abituato all'idea che lui, ogni tanto, sul set mi metteva il braccio intorno e mi dicesse "non è venuta un granché, rifacciamola". Noi dovevamo riempire i vuoti legati alle sue origini e attraverso questo ritorno al suo passato ce l'abbiamo fatta. Nonostante interpreti Wolverine da dieci anni, qui ho vissuto la sfida maggiore.

Gavin Hood: Quando Hugh mi ha contattato, io ero molto felice, ma anche sorpreso. In effetti, non avevo mai diretto pellicole del genere. Inoltre, dovevamo passare da un cast corale a un unico personaggio che regge tutto il peso emotivo della pellicola. E' una tradizione cinematografica quella di mostrare un eroe distaccato e Clint Eastwood ha spesso interpretato ruoli del genere, l'eroe che non ha bisogno di nessuno. Così, Hugh mi ha detto di concentrarmi su questo aspetto e ovviamente di leggere i fumetti, cosa che fino a quel momento non avevo fatto. Lui ha una battuta fantastica, che è "sono il migliore in quello che faccio, ma quello che faccio non è piacevole". Questo riflette la natura di questo personaggio, che quasi disprezza se stesso e che è impegnato in una notevole autoanalisi. La sfida per me era rappresentare un tipo molto maschile e duro, ma che allo stesso tempo deve affrontare un grande insieme di emozioni e di lotte, perché ha bisogno di trovare dei legami emotivi. La grande tragedia di Victor Creed è che lui invece non ha bisogno di questi rapporti. In un certo senso, grazie anche all'ottima interpretazione di Hugh, abbiamo infranto la tradizione dell'uomo che non ha bisogno di nessuno.

Jackman: Ogni attore desidera avere più tempo sullo schermo, quindi io ero sicuramente felice di avere un film per descrivere il personaggio. L'universo degli X-Men presenta delle tematiche importanti e notevoli, ma Wolverine è popolare da decenni. Devo dire però che, quando abbiamo mostrato per la prima volta il trailer e la gente ha visto Gambit, si è messa a urlare dalla gioia. Forse ero anche un po' geloso di lui.
Devo dire che il merito va anche a Bryan Singer che ha creato in questo modo il personaggio, permettendo al pubblico di entrare in questo universo attraverso di esso. Gavin e lo sceneggiatore Benioff sostenevano giustamente che, se non conosci le origini di un personaggio, non puoi capire perfettamente le sue motivazioni. Per quanto riguarda gli altri progetti sui mutanti, io non ho nulla a che fare con essi, anche se so che circolano diverse sceneggiature. Per quanto riguarda la nostra serie, mi piacerebbe molto portare sullo schermo la saga giapponese di Wolverine, quindi incrociamo le dita.

Hood: Il film doveva avere fin dall'inizio il PG13 e io ne ero ben consapevole e anche felice di questo. Da una parte, sicuramente si vorrebbero fare delle cose estreme, ma la cosa meravigliosa della serie è che trasmette ai giovani delle idee che non sono presenti in altri blockbuster. Per  esempio, normalmente vediamo delle forze del bene e quelle del male, con l'eroe che rappresenta il bene che deve combattere contro i malvagi. Invece, in questo film le cose sono un po' più complicate. C'era bisogno che l'eroe comprendesse la sua capacità di fare del male. Io ero attirato, leggendo i fumetti, da questo tema fantastico, con un personaggio che non ama la sua natura. Gli artigli, in questo senso, sono quasi una manifestazione fisica della sua rabbia e della sua voglia di ritirarsi in se stesso. Questa ragione subliminale era sufficiente per essere felici del PG13.

Jackman: per tornare a Bryan Singer, lui è riuscito a portare sullo schermo la storia in maniera seria e sottile. C'è sempre un equilibrio difficile tra un film che deve essere divertente, ma in cui si vogliono inserire anche spunti di riflessione. Credo che un esempio notevole sia stato il cavaliere oscuro, un film di successo che non è un semplice popcorn movie. E Gavin ha svolto un lavoro straordinario in questo senso.

Jackman: molti mi chiedono se faccio vedere questi film che realizzo ai miei figli. Mia figlia ha tre anni e quindi sicuramente non lo vedrà, mentre mio figlio che ha nove anni forse sì, ma dovrò discuterne con mia moglie. In effetti, io rimprovero spesso mio figlio spiegandogli che non deve spingere la sorella e la mia autorità verrebbe decisamente minata se mi vedesse sullo schermo a massacrare la gente. Comunque, con lui ho visto alcune scene e ho notato che alcune cose le capiva bene, altre meno. Io sicuramente non incoraggio i genitori di bambini di tre anni a vedere il film, di sicuro io non lo farò. Non siamo noi che giudichiamo il divieto a un film e quindi è meglio attenerci alle indicazioni che ci arrivano. Posso comunque raccontarvi un aneddoto divertente. All'epoca di X-Men 2, avevamo a casa tutta una serie di pupazzi e action figure di Wolverine, così mio figlio quando era arrabbiato con me staccava loro la testa. Inoltre, gli avevo regalato un punching ball legato al film, con la mia immagine sopra e ogni volta che lo mandavo in camera sua per punizione, sentivo che lo colpiva con grande energia. Credo che ogni genitore dovrebbe averne uno.

Hood: La scena più difficile? Quella in cui Jackman cade nella cascata e in cui è nudo. Ovviamente, non potevamo avere un nudo frontale, anche se non è certo perché lui sfigurerebbe. Non siamo riusciti a trovare uno stuntman che volesse farla e ovviamente anche Hugh si è rifiutato, così abbiamo dovuto scansionare il suo corpo e creare una sua versione digitale da utilizzare. D'altronde, come ha detto qualcuno, c'è soltanto un Hugh Jackman.

Jackman: La scena più difficile per me è stata quella in cui ero in moto e dovevo saltare prima sull'autovettura e poi sull'elicottero. Ho veramente rischiato di tagliarmi le dita. Inoltre, ho avuto forti problemi anche quando ero chiuso nell'acqua e le riprese sono durate due giorni. All'inizio, abbiamo provato a mettere degli altoparlanti all'interno per far sì che Gavin mi dicesse cosa fare, ma non ha funzionato. Allora, lui mi stringeva l'alluce per dirmi cosa recitare e quello che avveniva al mio personaggio.

Hood: La mia speranza è che il film non sia solo dark, ma abbia calore e umanità, così come avviene normalmente con le persone. Grazie a Hugh, che ha uno spirito generoso, abbiamo potuto realizzare un personaggio che la gente ama. Per esempio, lui adora dare sfogo alla sua rabbia, una cosa che l'umanità ha sempre fatto fin dalle origini, basta pensare al Colosseo e agli spettacoli che avvenivano lì. Mi sembra che sia stato Aristotele a dire che il miglior modo di controllare le proprie emozioni è la possibilità talvolta di esprimerle pienamente. Il pericolo ovviamente era quello di non controllare le emozioni. Hugh ama questi momenti in cui si può sfogare, d'altronde nessuno di noi può essere sempre gentile. Spero che il film rappresenti questo dualismo e credo che la lotta tra Wolverine e Creed rappresenti bene questo aspetto.

Trovate tutte le informazioni sulla trama, il cast, le locandine e i video del film nella nostra scheda.

X-Men Le Origini: Wolverine esce il 29 aprile in USA e il 30 aprile da noi. 

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