Venerdì scorso si è tenuto un nuovo appuntamento con BAD TIME, la nostra diretta Twitch che potete rivedere a questo link. Ospiti di Francesco Alò sono stati Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis, registi del film Re Granchio, che, dopo essere passato al Festival di Cannes e al Torino Film Festival, è al momento nelle sale. L’opera è il punto di arrivo di un percorso iniziato con i loro precedenti lavori, i documentari Belva Nera (che potete vedere gratuitamente su Vimeo) e Il Solengo. I due, mostrando alcune clip in diretta, hanno iniziato raccontando il loro percorso. “Siamo amici da lungo tempo, anche compagni di banco alle scuole Medie, ma poi abbiamo intrapreso due strade differenti“, spiega Rigo de Righis. ” Ci siamo ritrovati a Roma anni dopo, quando Matteo stava girando un corto su un falconiere, decidendo allora di realizzare qualcosa insieme“. “Recandoci in una cascina di caccia a Vejano dove abitava un signore chiamato Ercolino, abbiamo cominciato a conoscere le persone del posto e ci siamo intrigati: così è nato Belva nera“, continua Zoppis. “L’idea di partenza era girare un documentario sulla leggenda di una pantera che si dice fosse stata avvistata da quelle parti e spaventasse i contadini della zona. Abbiamo iniziato intervistando in una locanda Ercolino, che diceva di averla vista; mentre giravamo, altre persone, che passavano di lì, sono a mano a mano intervenute. Allora abbiamo deciso di fermarci ad ascoltare le loro storie“.

Il film rivela l’interesse dei due registi per le leggende e i racconti orali, che ritroviamo anche in Re Granchio. “Ci incuriosiscono le storie che ci rimandano a quelle, dall’impianto favolistico, ascoltate dalla nonna“, commenta Rigo de Righis. “Ci interessa far emergere il potere delle parole di creare dentro di te delle immagini“, sottolinea invece Zoppis.

Due anni dopo, è la volta de Il Solengo, in cui ritornano le stesse persone del film precedente. Quello che cambia, secondo Zoppis, è:

Il nostro rapporto con loro. Prima non erano minimamente interessati al nostro lavoro, quasi infastiditi, e da questo emergeva una spontaneità che ci ha molto colpito. Ne Il Solengo, li vediamo invece meno trattenuti, con meno scrupoli nel mostrare le proprie emozioni e anche meno attenzione rispetto a quello che dicevano. Il film nasce da una conversazione intorno ad un tavolo relativa a un escluso, Mario de’ Marcella, con cui i partecipanti non avevano mai parlato. Da una dimensione documentaristica siamo passati qui ad una più vicina alla finzione: da dinamiche prestabilite sorgevano dialoghi improvvisati che noi abbiamo cercato di riprodurre facendo diverse prove. Ci siamo focalizzati in particolare sulla distanza tra la cinepresa posta in mezzo al tavolo e queste persone, che parlavano tra di loro e allo stesso tempo con noi che li riprendevamo: il film evolve in questa direzione.

Il successivo Re Granchio rappresenta dunque un’ulteriore espansione in termini di idee e produzione, in cui vengono fusi tutti gli elementi dei film precedenti: si parte in una locanda in un paesino della Tuscia, nell’Italia di fine ‘800, dove il protagonista, Luciano, prima ha una storia d’amore tormentata con una ragazza del posto, per poi viaggiare fino in Patagonia alla ricerca di un tesoro. “Tutto nasce da un’altra storia ascoltata nella taverna, con al centro la fuga in Argentina di Luciano, figura legata al padre o al nonno di Mario de’ Marcella. I dettagli però erano molto vaghi, perché si perdevano nella memoria delle persone“, racconta Rigo de Righis. “Abbiamo così cercato il nome di questa persona negli archivi delle navi in Argentina, trovando un riscontro. Mentre presentavamo Il Solengo ad un festival a Buenos Aires, siamo poi partiti per un viaggio nella Terra del Fuoco, scovando l’ispirazione per il racconto epico della seconda parte del film“.

Questi sono solo alcune delle curiosità emerse dalla diretta, che potete rivedere a questo link. È necessario abbonarsi al nostro canale Twitch: potete farlo anche gratuitamente utilizzando il vostro Prime Video, cliccando qui!

 

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