La carriera di Andrew Stanton come regista live action, dopo i grandi successi dell’animazione, doveva decollare con John Carter, tuttavia il flop del kolossal fantascientifico ha rallentato il suo percorso. I piani per un sequel c’erano: il film doveva infatti essere il primo di un franchise che avrebbe adattato la saga di romanzi di Edgar Rice Burroughs. Piani che però sono finiti nel dimenticatoio dopo che la pellicola ha incassato solo 284 milioni di dollari in tutto il mondo (ne è costati praticamente altrettanti, marketing escluso). E così Stanton è tornato all’animazione, dirigendo Alla ricerca di Dory, e si è rivolto alla televisione dirigendo episodi di serie live action come Stranger Things, Better Call Soul, Legion, Tales from the Loop e For All Mankind.

In occasione dei dieci anni di John Carter, TheWrap ha dedicato un lungo speciale al blockbuster, parlando con Stanton del sequel mai realizzato. Il regista ha rivelato quali erano i progetti per il film, che sarebbe stato un adattamento del secondo romanzo del ciclo di Barsoom, intitolato Gli dei di Marte (uscito nel 1913, in Italia nel 1973):

In ogni film della saga avevamo previsto che un personaggio diverso avrebbe narrato il prologo. Nel primo c’era Willem Dafoe, come Tars. Nel secondo c’era Dejah. E doveva raccontare a chiunque non avesse visto il primo film una piccola introduzione sulla storia. Qualcosa di rapido, che mostrasse anche delle immagini, che fossero artwork o qualcosa del genere. E poi avremmo scoperto che lo stava raccontando a suo figlio. Ci saremmo detti: oh mio dio, è il bambino! È Carthoris, il figlio di Deja Thoris e Carter! E quella storia che sta raccontando è la storia del padre che lui non conoscerà mai.

Poi suo padre, Tardos Mors, interpretato da Ciarán Hinds, avrebbe detto: “Sei sveglia da troppo tempo, sei stanca, lascia che il nonno stia un po’ con il bambino, lo metterò io a letto”. In realtà è Matai Shang (Mark Strong) nella sua modalità mutaforma. Rapisce il bambino, e a quel punto iniziano i titoli di testa. L’immagine successiva, dopo i titoli di testa, è John Carter nei suoi abiti da funerale, nel mezzo del deserto, come fosse un cadavere che si sveglia all’improvviso. A quel punto si toglie la giacca, come se nulla fosse, e inizia a camminare. A quel punto, come se uscisse da Lawrence d’Arabia, vediamo sull’orizzonte un Thark. Arriva, e sorprende Carter dicendogli che sa perfettamente chi è, e che lo stava cercando. Lo porta in un accampamento: è Kantos Kan (James Purefoy), lo aveva cercato ovunque ed è davvero sconvolto di essere riuscito a trovarlo. Ed esclama: “Devi tornare indietro e curarlo”. Torna, e pensiamo che sia una rimpatriata tra loro, ma a quanto pare è passato un po’ di tempo tra il prologo e i titoli di testa. Dejah è scomparsa, è convinta che i Thern abbiano rapito suo figlio. È andata al fiume Riss a cercare John Carter, nel caso dovesse tornare. E poi, come in L’altra faccia del Pianeta delle Scimmie, succede qualsiasi cosa: vanno tutti sulla Terra per cercare di scoprire chi controlla l’intero pianeta. C’è un’intera razza, là, dotata di alta tecnologia. In pratica, c’è un terzo mondo senza che nessuno lo sappia in superficie, e il primo mondo che domina l’aria, l’acqua e tutto quello che serve a far funzionare il pianeta…

Cosa ne pensate? Avreste voluto vedere il sequel di John Carter? Ditecelo nei commenti!

John Carter è su Disney+.

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