Fonte: The Playlist

Dal Sundance Film Festival arrivano le prime controversie a causa del film The Killer Inside Me, diretto da Michael Winterbottom (A Mighty Heart, The Road to Guantanamo), che ha destato lo stesso tipo di reazioni scatenate da Antichrist al Festival di Cannes 2009.
Il film, tratto da un romanzo di Jim Thompson, descrive le brutali violenze del protagonista interpretato da Casey Affleck, un poliziotto di provincia nonchè assassino psicotico, con una forte propensione a maltrattare le donne.

Con una regia vivida e asciutta Winterbotton ha scioccato il pubblico, che in parte ha abbandonato a metà la proiezione, in parte si è fermato per polemizzare con il regista durante lo spazio dedicato alle domande. Fra le scene più controverse, un momento di violenza nei confronti della coprotagonista Jessica Alba: indossando un paio di guanti neri Affleck comincia a picchiarla con fozza in faccia, e la camera non si stacca mai dal volto dell'attrice che colpo dopo colto diventa sempre più tumefatto e distorto, fino ad assomigliare "ad un hamburger" e a mostrare la mascella spaccata. Mentre la donna è a terra sfigurata, lui le dice che la ama e che gli dispiace, prima di picchiarla di nuovo.

Vittima di violenze è anche l'attrice Kate Hudson, oltre a diversi uomini, un ragazzino e un bambino che vengono uccisi o molestati. Fra i motivi delle polemiche anche la volontà da parte delle vittime di sopportare ogni sorta di violenza, una cosa che -dice il regista- può succedere anche nella vita reale.
Ovviamente le critiche condannano la violenza del film come vacua, gratuita e priva di redenzione, volta solo a stupire e turbare il pubblico, e anche al di là della violenza il film è stato comunque stroncato dalla critica per la povertà della narrazione; ad essere salvate sono solo le avvincenti performance dei protagonisti.
Protagonisti che, a quanto pare, si sono dissociati del film, con Jessica Alba che ha abbandonato la proiezione e Casey Affleck che è stato sentito rinnegare il film.

Insomma, pare che questa volta la violenza al cinema non abbia pagato, anche se forse è presto per dare il film come spacciato. Comunque, il regista Michael Winterbottom potrà rifarsi con il suo prossimo progetto, The Promised Land, ambientato nella Palestina del 1948.

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