Fonte: Premiere

E' il momento giusto perché un magazine importante faccia il punto della situazione sullo Hobbit con un editoriale, e difatti Premiere si è fatto avanti con un articolo molto interessante che apparirà nel prossimo numero della rivista.

Una parte dell'articolo è pubblicata sul sito ufficiale, e da quel che si legge pare che Premiere sia abbastanza imparziale nei giudizi, sparando a zero un po' su tutti (come è giusto che sia, in una situazione dove nessuno è santo e forse l'unica vittima sono i fan), ma in particolare sulla New Line e sulle dichiarazioni quasi folli di Bob Shaye.

L'articolo di Tom Roston parte subito precisando una cosa (che nessuno ancora sapeva): i diritti che la New Line detiene per adattare il romanzo scadranno nel 2009, ovvero tra due anni. Questo ha implicazioni molto importanti di cui parleremo più sotto. Intanto ecco quanto detto da Rodston:

L'opzione della New Line per fare Lo Hobbit scade nel 2009; forse lo studio non crede che Peter Jackson riuscirebbe a fare il film in tempo. La compagnia peraltro sta già investendo molto su un altra trilogia fantasy, Queste Oscure Materie. Le motivazioni comunque sono diventate più chiare in gennaio, quando Robert Shaye, amministratore delegato della New Line, ha dichiarato che "non voglio fare un film con qualcuno che mi ha fatto causa. Non succederà mai mentre sarò io il capo.", riferendosi a Jackson come a un disinformato e miope.

Una dichiarazione così personale (che ricorda quanto dichiarato dall'amministratore della Viacom Sumner Redstone riguardo a Tom Cruise) è sorprendente, più che altro perché condiziona centinaia di milioni di dollari di potenziale profitto – e Shaye dovrà rispondere di ciò ai suoi azionisti, visto che la New Line è una costola della Time Warner, che ovviamente è quotata in borsa. E pensare che tutto questo è iniziato con una semplice richiesta di audit.

"Bizzarro." Questo è il commento del regista James Cameron in riferimento al rifiuto da parte della New Line di permettere l'audit. Cameron sta per girare il suo nuovo kolossal Avatar negli studi di Peter Jackson in Nuova Zelanda, che sono stati pagati dal regista proprio con i soldi guadagnati con Il Signore degli Anelli. Cameron peraltro aggiunge che la 20th Century Fox (studio con la quale ha avuto un rapporto ventennale) è sempre stata molto trasparente a livello finanziario. "E' praticamente automatico fare un audit." Ammettendo comunque di parlare un po' fuori luogo, Cameron conclude dicendo che la spiegazione più semplice di un comportamento simile è che la New Line nasconda qualcosa.

Ma valutando l'ipotesi che si faccia Lo Hobbit – peraltro in due film (come sembra Jackson & co abbiano in programma di fare, visto che ci sono 60 anni di tempo da riempire tra i fatti dello Hobbit e quelli del Signore degli Anelli, il che darà al team creativo moltissimo spazio libero), si parlerebbe di profitti di centinaia di milioni di dollari

Il resto dell'articolo verrà pubblicato sul magazine, e quando l'avremo tra le mani ne discuteremo.
Tuttavia la carne sul fuoco è abbastanza già così. Innanzitutto si delinea una situazione molto pericolosa per la New Line. Se un magazine come Premiere ne parla in questo modo, pubblicando commenti addirittura di James Cameron (non a caso uno dei Re Mida di Hollywood, tra i registi più potenti), lo studio deve iniziare a fare i conti col fatto che la ricaduta di immagine potrebbe diventare sempre più dannosa.

Peraltro la New Line è in ballo con Queste Oscure Materie, che (come vi spiegavamo qui) purtroppo molti iniziano a considerare un investimento rischiosissimo (il primo film, costato 180 milioni di dollari, potrebbe non andare molto bene al botteghino). Se si profilasse l'ipotesi di flop per il più alto investimento da parte dello studio dai tempi della Trilogia Jacksoniana, molte teste salterebbero.

Tuttavia il simpatico schemino di Premiere mostra che anche Jackson non se la sta passando bene, e chiaramente il regista sfrutterà questa polemica con la New Line per rivalersi a livello di immagine.
In dieci anni Jackson ha ricevuto parecchie docce fredde da molti studio, ma dopo gli undici Oscar vinti con il Signore degli Anelli – il Ritorno del Re la situazione è andata lentamente peggiorando. Prima la causa con la New Line, poi il modesto successo finanziario di King Kong (assolutamente non un flop, ma certo non un successo come la Trilogia), poi il progetto di Halo sospeso), infine questo tira e molla sullo Hobbit.

Insomma, la questione è una sola: se da un lato la New Line potrebbe far di tutto per ottenere che Lo Hobbit venga fatto entro il 2009 (skippando totalmente Jackson), il nostro caro regista potrebbe iniziare a considerare l'ipotesi di concentrarsi proprio sul kolossal per risorgere come una Fenice.