Morte Monica Vitti: i mondi dello spettacolo, della politica e della cultura ricordano l’attrice

Poco fa è arrivata la notizia della morte di Monica Vitti. L’attrice, nata Maria Luisa Ceciarelli a Roma il 3 novembre del 1931, si è spenta all’età di 90 anni, informazione che è stata divulgata via Twitter da Walter Veltroni.

Naturalmente, le reazioni delle personalità del mondo dello spettacolo, della politica e della cultura non si sono fatte attendere.

Cominciamo col ministro della Cultura, Dario Franceschini che ha esternato così il suo cordoglio: “Addio a Monica Vitti, addio alla regina del cinema italiano. Oggi è una giornata davvero triste, scompare una grande artista e una grande italiana”.

Da Facebook arriva il ricordo di Carlo Verdone: “Monica Vitti ci lascia e con lei se ne va un’attrice di immenso spessore, gran carattere e forte personalità. In un cinema tutto o quasi al maschile lei ed Anna Magnani hanno rappresentato il talento femminile ai massimi livelli. Perfetta e credibile sia nel drammatico che nella commedia lascia un’ eredità dura da colmare. Tutte le giovani attrici dovrebbero studiare le sue interpretazioni. Ne trarrebbero una grande, immensa lezione. Nella sua lunga malattia ha avuto accanto un uomo ammirevole, eccezionale: Roberto Russo. A lui il mio abbraccio più sincero e forte. Grazie Monica per tutto quello che ci hai dato. Nella risata e nella riflessione”.

Angelo Branduardi, sempre da Facebook: “Non mi poso mai sulle parole, ma sulle emozioni.” Disse una volta Monica Vitti. E le dobbiamo credere perché, ora che ora che non c’è più, non basterebbe un discorso per spiegare la tristezza che ci portiamo dentro. Se ne va un’epoca, e a noi piace ricordare il suo garbo e la sua ironia come “ribellione di fronte all’angoscia, alla tristezza e alla malinconia della vita”.

Nicola Zingaretti: “Se ne è andata una leggenda, Monica Vitti. Unica, indimenticabile, resterà sempre nel cuore degli italiani”.

Mara Carfagna: “Una grande tristezza per la scomparsa di Monica Vitti che con i suoi film ci ha fatto divertire e riflettere. Ha animato da grande attrice personaggi femminili indimenticabili, in uno dei momenti migliori del nostro cinema, e spesso ha aiutato le donne a capire se stesse”.

Alberto Barbera: “Mi fanno male i capelli’. Anch’io avevo riso a quella battuta in” Deserto rosso” di Antonioni, che voleva essere seria e invece aveva scatenato reazioni sguaiate nel pubblico e feroci nella critica. Ripensandoci ora, non sono più capace di ridere. E non solo perché ci ha lasciato oggi una delle tre o quattro attrici più straordinarie del cinema Italiano del secondo dopoguerra. Straordinaria, Monica lo è per almeno due ragioni: perché è stata l’icona del cinema d’autore degli Anni Sessanta (l’âge d’or del nostro cinema), in virtù del doppio sodalizio – umano e artistico – con il suo regista più austero e radicale, quel Michelangelo Antonioni che ne intuì le potenzialità di attrice drammatica sotto l’aspetto leggero e scanzonato che pure la caratterizzava. E poi perché, nella sua seconda esistenza d’artista si impose come l’unica attrice comica capace di reggere il confronto con i mattatori dell’epoca (Gassman, Sordi, Tognazzi, Manfredi). E se la sua bravura d’interprete, capace di sfumature che andavano da un’ estremo all’altro della gamma di espressioni consentite a un attrice, s’impone su tutti gli altri aspetti della sua personalità, non possiamo tacere della grandissima simpatia che emanava da ogni sua apparizione. Insieme con la seducente bellezza, che oggi – in clima di neofemminismo esacerbato – non è corretto più di tanto evocare. Quanto alla frase citata all’inizio, ho il sospetto che oggi riveli un’insospettata (all’epoca) profondità. In un tweet di qualche giorno fa, una ragazza la faceva sua, confessando che il Covid le avesse fatto scoprire quanto fosse vera. Grazie Monica, non ti dimenticheremo.

Poi, sempre dai social:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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