Peter Bogdanovich è morto: il regista aveva 82 anni. Secondo quanto segnala la figlia Antonia Bogdanovich all’Hollywood Reporter, è morto per cause naturali giovedì mattina nella sua casa di Los Angeles.

Nominato all’Oscar per L’ultimo spettacolo, nella sua lunga carriera ha diretto anche film come Ma papà ti manda sola?, Paper Moon – Luna di carta, …e tutti risero, Rumori fuori scena, Quella cosa chiamata amore e, più recentemente, Tutto può accadere a Broadway (2014). È stato anche attore, comparendo in serie tv come I soprano nei panni del Dr. Elliot Kupferberg, Rizzoli & Isles, How I Met Your Mother e, nel 2019, in un cameo in It – Capitolo Due. È stato anche un critico cinematografico e docente di cinema che, come i suoi colleghi della Nouvelle Vague francese, contribuì a formare una generazione di cineasti americani (parliamo di nomi come Steven Spielberg e Quentin Tarantino). Fu proprio grazie ai suoi scritti su Esquire che Roger Corman lo ingaggiò come suo assistente sul set di I selvaggi nel 1966. Guidato da Corman, Bogdanovich arrivò a scrivere, dirigere e produrre due anni dopo Bersagli, il suo primo lungometraggio. Nel 1971 il suo film L’ultimo spettacolo, basato sul romanzo di Larry McMurtry, catturò l’attenzione generale e ottenne otto nomination agli Oscar (vincendone due per gli attori non protagonisti Ben Johnson e Cloris Leachman). Bogdanovich fu nominato per miglior film, sceneggiatura e regia. Nel cast c’erano diversi giovani attori come Jeff Bridges, Randy Quaid, Ellen Burstyn e Cybill Shepherd – con quest’ultima il regista intraprese una relazione per cui poi lasciò la moglie Polly Platt. Il sodalizio fu anche professionale: la Shepherd partecipò a quattro sue pellicole. Nei primi anni settanta, Bogdanovich fondò assieme a Francis Ford Coppola e William Friedkin in associazione con la Paramount Pictures una casa di produzione chiamata The Directors Company: i registi avevano la possibilità di fare qualsiasi film volessero, rimanendo all’interno di un budget prestabilito. Dei tre film che vennero prodotti dalla compagnia, uno fu Paper Moon – Luna di carta, con Ryan O’Neal e la figlia Tatum O’Neal, che a nove anni vinse l’Oscar come migliore attrice non protagonista (ancora oggi detiene il record della più giovane vincitrice di un Oscar). Un altro fu Daisy Miller (1974), riduzione del testo letterario di Henry James. L’anno successivo diresse Finalmente arrivò l’amore, seguito da Vecchia America (1976) e da Saint Jack (1979). Nel 1981 diresse la commedia …e tutti risero, mentre negli anni successivi diresse Dietro la maschera (1985), Illegalmente tuo (1988), Texasville (1990), Rumori fuori scena (1992) e Quella cosa chiamata amore (1993). Nel 1972 recitò in L’altra faccia del vento di Orson Welles, film incompleto che è arrivato finalmente al cinema nel 2018 grazie a Netflix e allo stesso Bogdanovich.

Celebreremo Bogdanovich con uno speciale nelle prossime ore.

 

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