A poche ore dall’apertura delle votazioni per ratificare il nuovo contratto collettivo triennale, la SAG-AFTRA (che rappresenta oltre 160 mila attori) ha condiviso una sintesi di 18 pagine dell’accordo preliminare (potete leggerlo qui) grazie al quale possiamo finalmente farci un’idea chiara delle vittorie e delle concessioni che il sindacato ha dovuto fare agli studios (e vice versa). Il cosiddetto Memorandum of Agreement è lungo 128 pagine e verosimilmente non sarà accessibile prima di alcune settimane.

L’accordo ha messo fine a uno sciopero di 118 giorni che ha paralizzato l’industria, ed è stato approvato dal National Board SAG-AFTRA venerdì con una maggioranza dell’86% (invero, inferiore al previsto). Il voto di ratifica inizierà domani e proseguirà fino a dicembre, e non sarà privo di dibattiti, in quanto diversi membri del sindacato si sono già espressi negativamente riguardo le cosiddette concessioni o rinunce, in particolare sul fronte delle compensazioni sullo streaming e le protezioni sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale.

Ma entriamo nel dettaglio proprio di questi due aspetti, perché in realtà il vero traguardo di questo contratto è aver stabilito un punto di partenza su argomenti come lo streaming e l’IA, una base dalla quale partire per tutte le future contrattazioni.

sag-aftra

I compensi residuali sullo streaming

Obiettivo del sindacato, su questo fronte, l’ottenere dei compensi aggiuntivi ai normali compensi residuali che vengono assicurati agli attori che fanno parte del cast di serie, miniserie e film distribuiti in streaming. Questo per pareggiare il drastico calo dei compensi residuali dalla tv lineare e dall’home video, grazie ai quali la maggior parte degli attori riuscivano ad avere un tenore di vita accettabile.

Il sindacato ha combattuto per buona parte dello sciopero per ottenere un compenso fisso legato al numero di abbonati alle piattaforme streaming, una cifra intorno al 2% di ogni abbonamento. L’AMPTP ha fatto capire fin da subito che ciò non sarebbe stato possibile.

Il passaggio successivo è stato quindi concordare un bonus per i contenuti in streaming visti da almeno il 20% degli abbonati americani di una piattaforma nei primi 90 giorni di disponibilità su di essa a partire dal 1 gennaio 2024. È un criterio identico a quello adottato dal sindacato degli sceneggiatori nel loro contratto firmato a fine settembre, ma con alcune differenze. In primis, la formula della WGA prevede che nel caso sopracitato gli sceneggiatori ricevano un bonus residuale del 50% (ovvero: lo sceneggiatore di un episodio da un’ora su Netflix che riceve un residuale di 27,000 dollari in un anno otterrà un bonus di 13,500 dollari se la stagione verrà vista dal 20% degli abbonati a Netflix nei primi 90 giorni dopo la sua uscita sulla piattaforma). La formula della SAG-AFTRA prevede un bonus del 100%. A questo si aggiunge un’altra differenza: l’attore riceverà il 75% di quel bonus, mentre il restante 25% verrà versato in un fondo fiduciario che poi ridistribuirà i soldi tra tutti gli altri attori che hanno partecipato a film o serie usciti in streaming ma che non hanno avuto lo stesso successo.

Secondo le stime, il criterio per ottenere il bonus è talmente stringente che per la SAG-AFTRA potrebbe trattarsi solo di 40 milioni di dollari annui in bonus residuali (di cui quindi 10 milioni al fondo fiduciario). Ma la cosa importante è che ora che questo fondo è nato, potrà essere usato come punto di partenza per trattative future in cui si cercherà di guadagnare terreno.

Aggiungiamo che sul fronte dei compensi residuali su film o serie tv visti all’estero in streaming, la SAG-AFTRA ha ottenuto gli stessi incrementi della DGA e WGA.

fran drescher

L’intelligenza artificiale

L’uso dell’intelligenza artificiale è un territorio ancora largamente inesplorato, sul quale il sindacato ha deciso di utilizzare un approccio opposto a quello avuto con lo streaming nel 2007/2008 (in cui si fidò degli studios, che dissero sostanzialmente “è un ambito che conosciamo ancora poco ma non dovrebbe essere niente di rivoluzionario”). Ecco quindi che sono stati messi dei paletti fondamentali che non ne limitano tanto l’utilizzo, ma lo circoscrivono concentrandosi su due colonne fondamentali: consenso e compensazione. Nella maggior parte dei casi, insomma, gli attori devono prestare il loro consenso e ricevere un compenso per l’utilizzo di questa tecnologia nelle sue varie forme. L’obiettivo non è impedire agli studios che appartengono all’AMPTP di sfruttare l’IA (anche perché si creerebbe uno svantaggio competitivo con un gran numero di studios indipendenti e startup), ma disincentivarli e prendere tempo in attesa del prossimo rinnovo contrattuale (tra tre anni), quando gli scenari saranno più definiti.

Nel corso delle trattative, il sindacato ha ottenuto che venissero definite quattro categorie di “attori creati digitalmente”, cosa abbastanza rivoluzionaria:

  • EBDR – Le repliche digitali di attori di primo piano
  • BADR – Le repliche digitali di attori sullo sfondo
  • ICDR – Le repliche digitali create da un attore o una agenzia e concesse su licenza
  • SP – Performer sintetici creati utilizzando l’IA generativa

Nel caso delle repliche digitali, gli attori verranno pagati per i giorni di lavoro che la produzione risparmierà utilizzando questa tecnologia. In questo senso, c’è un totale disincentivo nell’utilizzo, ma da questa regola sono esclusi gli attori della categoria cosiddetta “schedule F”, e cioè quelli che ottengono un compenso superiore agli 80 mila dollari per un film: solitamente sono grandi star che gestiscono i loro contratti in maniera autonoma.

È richiesto il consenso e la compensazione per la creazione e l’utilizzo di EBDR (che include anche compensi residuali) e BADR, e per l’utilizzo di ICDR. Il consenso, inoltre, non può essere dato in blocco ma per ogni singolo utilizzo.

Nel caso degli SP, i performer sintetici sono creati utilizzando IA generativa la quale solitamente viene addestrata utilizzando performance umane. Gli studios hanno il permesso di usare questa tecnologia (con consenso / compensazione nel caso vengano incorporate caratteristiche facciali riconoscibili di un attore), ma devono avvertire il sindacato ogni volta e trattare con esso il suo utilizzo. Si tratta di un traguardo notevole, perché permette al sindacato di monitorare l’evoluzione di questa tecnologia e, in futuro, utilizzare queste informazioni nelle prossime trattative per il contratto collettivo.

Fonte: Puck / Deadline

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