Per l’immensa impazienza di ritrovarci finalmente ancora al Festival di Cannes: il mare, le palme e il grande schermo, come una pagina bianca, ad accogliere i film del concorso…
Per quello sguardo curioso che metterà nel lavoro dei suoi colleghi registi che ci porteranno notizie da tutto il Mondo – le loro e sicuramente anche un po’ delle nostre…
Per la sua visione personale che ha condiviso con noi sin dal suo primo film: girato in bianco e nero nel caldo dell’estate del 1985, stava già scuotendo il cinema imponendo, anche all’epoca, il suo stile rivoluzionario incastonato di cultura urbana e popolare…
Per la tenerezza che incarna come Mars Blackmon, il B-Boy in She’s Gotta Have It – una rappresentazione stereotipata della comunità afroamericana che il film smantella…
Per il suo occhio malizioso che, nonostante metta costantemente in discussione e si ribelli incessantemente da quasi quarant’anni, non ci nega mai l’intrattenimento…
Spike Lee, cittadino della “Repubblica popolare di Brooklyn, New York”, è sul poster di quest’edizione da collezione. Ovviamente!
Chi altro?
Ricordiamo che Lee, primo presidente nero della giuria del concorso, doveva guidare la giuria già nel 2020, edizione cancellata a causa del lockdown. Ora è anche il primo presidente al centro del poster del Festival. L’unica volta che un presidente ha avuto a che fare con il poster è stato nel 2004, quando In The Mood For Love di Wond Kar-Wai venne citato con la silhouette di Maggie Cheung.
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Noi saremo al Festival anche quest’anno: l’edizione si terrà straordinariamente al 6 al 17 luglio. Trovate tutti gli aggiornamenti nel nostro archivio.
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